Fondo Italiano d’investimento in cerca di Pmi da portare in Borsa

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Da sinistra a destra nella foto: Roberto Del Giudice (Fondo Italiano), Giovanni Coci (KPMG), Gaetano Cascone (Banca Agricola Popolare di Ragusa), Filippo D’Amico (Adanf), Mauro Juvara (CentroCinquanta) e Vittorio Benedetti (Borsa Italiana).

CATANIA – Il mercato finanziario come risorsa di nuovi investimenti e opportunità, spiegato alle imprese siciliane dalle due più grandi istituzioni finanziarie nazionali, ‘Borsa italiana’ e ‘Fondo Italiano d’investimento’ per la prima a volta a Catania, nell’ambito di un meeting organizzato da Andaf Sicilia e della società CentoCinquanta. Uno strumento ancora poco sfruttato dalle Pmi che pure può davvero cambiare il percorso di migliaia di realtà imprenditoriali, oggi più che mai in difficoltà.  Eppure, ‘Fondo Italiano d’investimento’, fino ad oggi ha concluso in Sicilia una sola operazione a Messina, mentre ‘Borsa Italiana’ nel suo programma  a supporto delle Pmi non ha raccolto ancora neppure un’impresa.

Ecco perché quella offerta dal convegno “Reti di investimento a capitale di rischio e quotazione all’AIM – Italia, mercato alternativo del capitale”, è stata un’occasione unica per le centinaia di imprenditori di confrontarsi con investitori istituzionali alternativi al mercato bancario, a cui sono state mostrate le opportunità di investimenti che mantengono la stessa valenza in termini di organizzazione, controllo, trasparenza e lungimiranza. «Le aziende chiedono copertura degli investimenti, un aiuto al sistema finanziario e al sistema della consulenza, non rendendosi spesso conto che a fronte di questa richiesta devono dare qualcosa in cambio in termini di organizzazione – ha spiegato Mauro Juvara presidente CentoCinquanta – Oggi un’istituzione finanziaria parla con un’azienda se la stessa dimostra di essere capace di organizzarsi e guardare al futuro con progetti concreti, definiti e chiari».

Da oggi le piccole e medie imprese possono affrontare la crisi, tornare a crescere e rilanciarsi sul mercato internazionale, compiendo un salto di qualità, con nuove ‘iniezioni’ di capitale. Ma anche passando a un’idea di impresa che sia gestita in modo flessibile, con le giuste professionalità e  con un’organizzazione manageriale ‘più europea’, con bilanci certificati per rientrare negli standard di implementazione del sistema di controllo. «Le aziende siciliane hanno la necessità di competere alla pari delle altre – ha sottolineato Roberto del Giudice (Monitoraggio e progetti speciali Fondo Italiano d’Investimento SGR S.p.a.) – di internazionalizzarsi e crescere, attraverso investimenti che fanno fatica a trovare». «L’area del sud è quella dove c’è maggiore diffidenza da parte delle PMI ad aprire il proprio capitale a terzi in particolare agli investitori di borsa – ha evidenziato Vittorio Benedetti (Continental Europe del dipartimento Primary Markets Borsa Italiana) –. L’imprenditore è preoccupato delle possibili difficoltà dopo l’ingresso in Borsa, ma gli oneri della quotazione in termini di adeguamento dei propri sistemi manageriali di controllo di gestione e di pianificazione finanziaria, possono anche essere visti come strumenti necessari per monitorare al meglio l’andamento gestionale della propria azienda». «Vogliamo creare sinergia e fare rete, per far acquisire a imprenditori e dirigenti delle nostre aziende siciliane maggiori professionalità» ha concluso Filippo D’Amico, presidente Andaf Sicilia. Il meeting è stato anche accreditato ai fini della formazione professionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Catania.