Frana viadotto A19. Cgil e sindaci vogliono lo stato di calamità

La Cgil siciliana chiede al governo regionale di riconoscere lo stato di crisi delle aree della Sicilia e dei settori economici che stanno subendo le ripercussioni negative dell’interruzione dell’autostrada A19 Palermo -Catania, dopo il cedimento del terreno sotto il viadotto Himera. E ai sindaci propone di avviare un percorso comune di proposta, azione e mobilitazione finalizzato a risolvere i problemi delle infrastrutture siciliane. Se ne e’ discusso nel corso di un vertice straordinario del sindacato, che ha riunito il direttivo a Caltavuturo, uno dei paesi più’ penalizzati dall’interruzione dell’autostrada. All’iniziativa hanno partecipato il presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando; Dario Ferrante, direttore di Tourplus, i sindaci di Caltavuturo e Petralia, Calogero Lanza e Santo Inguaggiato, il vicesindaco di Caltavuturo, Domenico Giannopolo.

“Il blocco dell’autostrada – dice Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia – costera’ molto ai cittadini, ai pendolari e incidera’ negativamente sul commercio e sul turismo, a causa dell’incertezza dei percorsi e dell’allungarsi dei tempi. Si stima un lievitare dei costi per i soli automobilisti di almeno di 18 milioni. E’ una situazione inammissibile – ha sostenuto il segretario della Cgil – di fronte alla quale noi chiediamo un accordo quadro con il coinvolgimento del governo nazionale a sostegno delle maggiori criticità”. Ma la Cgil si spinge anche oltre: “La situazione delle infrastrutture nell’isola  e lo stato del territorio sono insostenibili – ha rilevato Pagliaro – e non si puo’ lavorare solo a valle dei problemi, ma occorre anche fare un’opera di prevenzione ma anche di promozione del territorio”.