Francesco Musotto è stato condannato a restituire 600.000 euro per le "spese pazze"

Un pacco di soldi, un record. Francesco Musotto è stato condannato dalla Corte dei Conti a restituire 600.000 euro per le “spese pazze” all’Ars quando era capogruppo

La Sezione giurisdizionale d’appello (sentenza 34/A/2017 depositata ieri) ha respinto il suo ricorso confermando integralmente il pronunciamento di primo grado. «Non ricorrono condizioni soggettive od oggettive che possano giustificare la riduzione dell’addebito tenuto conto – si legge nelle motivazioni – delle circostanze del caso concreto in cui sono state colpevolmente ignorate le più elementari regole di correttezza inerenti alla gestione di fondi pubblici». Tra l’alto, da punto di vista penale, Musotto è stato prosciolto dall’accusa di peculato, ma per i giudici contabili la sentenza di proscioglimento  «riconosce esplicitamente la possibilità di una responsabilità contabile».

Le spese “pazze” di Musotto  – come racconta oggi Il Giornale di Sicilia – sono divise in vari capitoli: 186 mila euro di contributi «a pioggia» versati ai singoli deputati «mediante assegno, accredito o tramite maggiorazione del contributo cosiddetto “portaborse” in quote mensili fisse»,  134 mila euro non rendicontati per l’acquisto di stampanti, toner, cancelleria, quotidiani. Ma anche 103 mila euro spesi per la sede dell’Mpa in via Libertà, a Palermo, 22 mila euro per il noleggio di un’Audi A6 intestata al gruppo e altri 17.500 euro per rimborsi spese al commissario del partito Enzo Oliva. Tra le somme non rendicontate anche 45 mila euro che l’ex capogruppo dell’Mpa sostiene di aver consegnato in contanti a Raffaele Lombardo, ex presidente della Regione ha però negato.

Tra le altre spese messe in conto a Musotto anche 28 mila euro per «contributi ad associazioni e/o comitati locali», 25 mila euro per compensi a collaboratori e 5.470 per necrologi.

Sul caso dei necrologi si era fatto molta ironia. Interessante il punto di vista della Corte dei Conti:  «In ogni caso i necrologi attengono alla sfera privata dei componenti del Gruppo ed era, quanto meno, opportuno che gli stessi si autotassassero, come avviene in ogni Pubblica amministrazione, per la pubblicazione degli stessi anziché farne ricadere impropriamente il costo sui contribuenti».

Ancora: un contributo di 4.700 euro per un banchetto a Villa Alliata del 18 ottobre 2010 per la presentazione della nuova giunta regionale di Raffaele Lombardo. Secondo i giudici contabili «tale evento, di natura innegabilmente conviviale, non sembra possa farsi rientrare tra le finalità istituzionali del Gruppo parlamentare tenuto conto che dell’intesa politica tra coloro che sostenevano la nuova giunta doveva istituzionalmente parlarsi nel luogo a ciò deputato (gli uffici dell’Ars) e non nel corso di una cena, in un locale pubblico, con onere a carico delle casse pubbliche».

Il collegio giudicante ha definitivamente sentenziato che «in presenza di prassi amministrative “contra legem”, non può ritenersi scriminato il comportamento antigiuridico dell’agente pubblico, sul quale, al contrario, incombe l’obbligo di disapplicare e modificare tale operato».