Genovese, altri guai in arrivo. La Procura di Messina gli contesta nuovi reati

Non ha portato bene il passaggio dal Pd a Forza Italia di Francantonio Genovese. Come abbiamo raccontato, il deputato nazionale ex dem è passato a Fi è tornato da poco in libertà dopo  diciannove mesi trascorsi tra arresti domiciliari e restrizione in carcere.

Già sott’accusa per associazione a delinquere, truffa e frode fiscale nell’ambito di una inchiesta sui «corsi d’oro», a Genovese la Procura di Messina adesso contesta infatti un tentativo di concussione ai danni dell’ex dirigente generale della Regione, Ludovico Albert, e il riciclaggio di denaro che, secondo l’accusa, sarebbe stato illecitamente percepito dai fondi destinati alla formazione professionale, attraverso la società ‘Centro Servizi 2000’ gestita dalla moglie del parlamentare, Chiara Schirò, pure imputata nel medesimo processo.

Due nuove ipotesi di reato

Le due ipotesi di reato suppletive sono state mosse dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto procuratore Fabrizio Monaco a conclusione dell’udienza del processo sulla Formazione, davanti alla prima sezione penale del Tribunale. Il legale dell’imputato, l’avvocato Carmelo Favazzo, ha chiesto dei termini a difesa per esaminare le nuove contestazioni e i giudici hanno aggiornato l’udienza del processo al prossimo 12 gennaio. Il primo episodio oggetto della contestazione è stato raccontato in aula dallo stesso Ludovico Albert nell’udienza del 6 novembre scorso, quando l’ex dirigente disse di essere stato convocato nella segreteria politica del deputato, a Messina, e lì di avere ricevuto la richiesta di un finanziamento più ampio per la società ‘Training service’, che era riferibile a Genovese. Al diniego opposto da Albert, secondo quanto da lui riferito, il parlamentare gli avrebbe rivolto la seguente espressione: «Allora vorrà dire che ti attaccheremo a 360 gradi». Albert riferì di essersi sentito minacciato da quelle parole e di avere abbandonato la segreteria dopo essersi salutato freddamente col parlamentare. Nell’udienza del 10 novembre l’imputato Salvatore La Macchia aveva confermato sostanzialmente le dichiarazioni rese da Albert. L’incontro era stato monitorato dalla squadra mobile di Messina con intercettazioni telefoniche e appostamenti. Dai dati emersi dal processo, la nuova imputazione contestata dai pubblici ministeri.

Da poco tornato in libertà

Genovese è da poco tornato in libertà dopo diciannove mesi trascorsi tra arresti domiciliari e restrizione in carcere. L’accusa, nei suoi confronti, è di truffa e frode fiscale nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Messina sui «corsi d’oro» nella formazione professionale in Sicilia. Permane però l’obbligo di dimora e il deputato non potrà allontanarsi da Messina.