Germanwings e le altre. I dubbi dei viaggiatori siciliani: “Ma i voli low cost sono sicuri?”

Dopo la strage dell’aereo della Germanwings sono in tanti a chiedersi se i voli low-cost siano sicuri, dato che gli aeroporti siciliani, da Trapani a Palermo a Catania, ormai ospitano le più importanti compagnie aeree europee low-cost, Ryanair in testa.  Il disastro aereo che ha coinvolto l’Airbus della Germanwings ripropone il dibattito sugli standard di sicurezza delle compagnie a basso costo.“Se si paga così poco il biglietto magari risparmieranno qualcosa sulla manutenzione dei velivoli” pensano i passeggeri. Viaggiare con le compagnie low cost, acquistando biglietti a prezzi bassi o addirittura stracciati, è davvero sicuro?

Ebbene, le regole della manutenzione non fanno distinzioni fra gli aerei di linea e quelli delle compagnie low-cost: le regole sono identiche per tutti e sono fissate a livello europeo. La manutenzione e’ un requisito indispensabile per la sicurezza ed e’ per questo che ”non esistono standard di sicurezza diversi per le compagnie low-cost e per quelle di linea”, rileva il direttore centrale del coordinamento degli aeroporti dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac), Giuseppe Daniele Carrabba. ”I regolamenti europei – prosegue l’esperto – stabiliscono gli standard di riferimento unico per tutte le compagnie aeree”. I controlli, aggiunge, ”vengono fatti in ottemperanza a quanto prevede il costruttore”. Ad esempio, nel caso dell’Airbus 320 sono previsti diversi interventi di manutenzione: quelli ”di linea”, che non richiedono il ricovero del velivolo nell’hangar, e quelli ”di base”, che avvengono nell’hangar e che avvengono a intervalli di tempo ben cadenzati: di 20 mesi, 2 anni, 4 anni, 6 anni e 12 anni. Quest’ultima e’ la piu’ complessa: e’ una revisione completa, nella quale l’aereo viene completamente smontato e sverniciato. Anche i motori vengono smontati. Ogni dettaglio viene controllato e quindi il velivolo viene rimontato e riverniciato. Secondo quanto e’ possibile dedurre dalle dichiarazioni fatte  dal portavoce della Germanwings, e’ molto probabile che l’Airbus 320 abbia avuto nel 2013 la manutenzione che avviene ogni due anni. ”Questa prevede diversi interventi, con la verifica del funzionamento di tutti gli apparati, dei motori e delle superfici di volo”, osserva Carrabba. Alla luce di questi interventi di manutenzione, accurati e frequenti per tutte le compagnie aeree, l’eta’ media di un velivolo oggi e’ compresa fra 40 e 50 anni. Di conseguenza i 24 anni dell’Airbus 320 della Germanwings precipitato sulle Alpi francesi non sono tali da classificarlo come un ”vecchio aereo”.

Secondo uno studio di Price Waterhouse Coopers del giugno scorso, le compagnie “a basso prezzo” rappresentano ormai il 25 per cento del mercato dell’aviazione commerciale civile. Anche le statistiche, in realtà, sembrano sfatare le dicerie secondo cui i voli economici sono meno sicuri di quelli operati dalle compagnie di bandiera. Un’inchiesta pubblicata nel 2013 dall’Economist, inoltre, ha rivelato come i tagli e i risparmi delle aziende low cost (quelli che poi determinano il prezzo ridotto dei biglietti) derivino da voci di bilancio diverse da quelle relative alla sicurezza. In primo luogo dall’attenzione con cui i vettori cercano di massimizzare il numero di passeggeri per volo, riducendo il più possibile le poltrone vuote; poi dal taglio di qualsiasi amenità a bordo; infine, dalla politica del “vuoi servizi extra? Li paghi”. Anche i numeri sugli incidenti confermerebbero gli alti standard di sicurezza. Quello accaduto in Francia è il primo grave incidente che ha visto coinvolti vettori low-cost in Europa, mentre nei 20 peggiori disastri aerei avvenuti nei cieli statunitensi solo due hanno visto coinvolti voli low cost. Ancora: l’irlandese Ryanair e la britannica EasyJet, entrambe low cost, secondo una ricerca del sito Airlinesrating.com, si attestano rispettivamente al 32esimo e 17esimo posto nella speciale classifica delle compagnie più sicure al mondo.

La sicurezza in volo ed in particolare sugli aerei low cost, è anche al centro dell’intervista rilasciata da Vito Riggio al Giornale di Sicilia. «Sulla sicurezza – dice il presidente dell’Enac  – vengono adottati criteri rigidi e non c’è nessuna differenza tra i voli low cost e quelli “tradizionali”». A proposito del disastro sulle Alpi francesi Riggio spiega: «I risparmi sono sulle bibite o sui pranzi a bordo, non sulle verifiche. L’aereo caduto non era “vecchio”».