Gesip, se la rivoluzione non russa il buon senso dorme

Se la rivoluzione non russa (come recitava uno slogan del Manifesto qualche anno fa) il buon senso dorme. Potrebbe essere questo il titolo da dare a un’articolessa sulla questione della cassa integrazione in deroga per gli operai della defunta Gesip. Sia Leoluca Orlando che il presidente Rosario Crocetta hanno fatto della questione un punto d’onore: dare la cassa integrazione agli operai di una società creata dal comune di Palermo e che ormai non ha più senso tenere in piedi. Non si capisce però perché non si ha la stessa attenzione per altri dipendenti di altre società partecipate da altri comuni: insomma gli operai della Gesip che sono stati privilegiati per essere assunti nel carrozzone municipale vengono privilegiati ancora una volta nella concessione degli ammortizzatori in deroga. Solo perché hanno avuto la capacità di minacciare e tenere sotto scacco una città, cioè Palermo.  L’epilogo di questa vicenda, con la relativa delibera della giunta regionale (che tutti sanno avere problemi di legittimità dovendo qualsisi modifica essere concordata con le parti sociali) e la riconvocazione delle parti sociali per domani mattina per modificare l’accordo quadro è scaldaloso: si stanno facendo le disumane cose per i 1.800 operai Gesip mentre migliaia di dipendenti di piccole e medie imprese private sono in attesa da mesi.  Siamo sicuri che una volta risolto il problema della Gesip non se ne riprensenti un altro? Magari in un’altra delle partecipate dei comuni ridotti in mutande da amministratori cialtroni? Ancora una volta a Palermo si decide con la pistola puntata alla testa. Ma chi ci dice che ora non cominci la corsa a minacciare mettendo sul tavolo fucili e non più pistole?