Il giovane Alfano e quelle interrogazioni insabbiate…

 La nomina di Alessandro Antonio Alfano, fratello del ministro dell’Interno Angelino, a dirigente delle Poste aveva suscitato forti dubbi già nel 2013, quando Andrea Colletti, deputato del M5S, aveva depositato un’interrogazione parlamentare indirizzata all’allora ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni per fare chiarezza sull’assunzione, avvenuta senza concorso, a dirigente di Postecom “società internet del gruppo Poste Italiane, partecipato al 100% dal ministro dell’Economia e delle Finanze”.

Come riporta Il Tempo (citando il sito Openpolis), l’interrogazione, firmata anche dal collega Ivan Catalano, metteva in evidenza come lo stipendio del fratello di Alfano superava i 100mila euro. Secondo quanto denunciato da Colletti Alessandro Alfano nel 2008, quando ancora non era laureato in Economia e Finanze, insegnava marketing all’Università La Sapienza di Roma. Nel 2010, inoltre, gli veniva contestata la veridicità di quanto riportato sul suo curriculum, grazie al quale ha, poi, vinto un concorso per posto da segretario generale della Camera di Commercio di Trapani. In quell’occasione “le forze dell’ordine sequestrarono la documentazione relativa al concorso” e il dottor Alfano lasciò quell’incarico dopo circa un anno “per presunte cause di ‘forza maggiore’”, scrive il deputato pentastellato. Colletti, pertanto, chiese a Saccomanni di fare una scrupolosa valutazione del suo curriculum, se era a conoscenza della nomina di Alessandro Alfano a dirigente di Postecom e quanto questa fosse ‘irrinunciabile’. Infine, nell’interrogazione si sottolineava l’opportunità di inviare un esposto alla Corte dei Conti. Nell’agosto del 2013, anche il deputato di Sel, Erasmo Palazzotto, chiese all’allora ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, delucidazioni sull’assunzione di Alessandro Alfano a segretario generale della Camera di Commercio di Trapani. Entrambe le interrogazioni non hanno avuto risposta.

Nell’interrogazione di Palazzotto si legge:

“Alcune delle dichiarazioni contenute nella suddetta domanda (con cui Alessandro Alfano si presentava al concorso, ndr) peccano anche sotto il profilo della veridicità della ricostruzione curriculare da parte dell’interessato. Ci si riferisce, in particolare, alla presunta carica che l’anzidetto dottor Alfano ha autocertificato, relativamente al ruolo di direttore regionale di Confcommercio Sicilia, in un periodo antecedente alla sua nomina a segretario generale di Unioncamere Sicilia, avvenuta a fine 2006. Risulta, infatti, che in realtà egli sia stato semplicemente distaccato presso la sede di Confcommercio regionale, in veste di semplice direttore provinciale di Agrigento, e che in tale Confederazione non ha mai rivestito il ruolo di Direttore Generale, visto che da tempo vi era un altro soggetto che rivestiva tale funzione, l’avvocato Marino Julo Cosentino”.

Lo stesso Palazzotto, al riguardo, ha detto al Fatto Quotidiano:“Questa storia certifica l’influenza della politica sulla gestione commercio. È imbarazzante per questo governo che il fratello del vice premier sia coinvolto in questa situazione poco trasparente: come è possibile evadere ogni controllo in un concorso pubblico?”.