Gli alberghi non riescono a pagare l’Imu. Il caso di Selinunte. In crisi il settore turistico in Sicilia

“Il 90% delle imprese che operano nel settore turistico a Castelvetrano non è stato  in grado di onorare gli impegni con le tasse, e non ha pagato l’Imu”.

E’ l’allarme del Sindaco Felice Errante, che riprende un avvertimento che era stato lanciato dagli albergatori di Selinunte pochi giorni fa: “Non abbiamo soldi, l’Imu è stata una mazzata, non possiamo pagarla”.Il problema è grave, sia perché testimonia il grado di difficoltà delle imprese turistiche in provincia di Trapani, sia perché a sua volta la crisi (che vale anche per gli alberghi di Trapani, Marsala, San Vito Lo Capo e delle Egadi) si trasformerà in un minore gettito per i Comuni, che ormai contano solo sull’Imposta Municipale Unica per fare cassa.
“Noi siamo dalla parte degli albergatori – precisa Errante – e stiamo studiando delle soluzioni, anche se abbiamo il dovere di applicare la legge. Ma al momento quasi nessuno ha versato la prima rata”. Per capire di che cifre si sta parlando, un albergo di media grandezza, un tre stelle a gestione familiare, paga, in media, 25.000 euro. Poi c’è chi paga di più: alcune strutture alberghiere hanno calcolato l’Imu dovuta in 130.000 euro. Una mazzata che si aggiunge al calo del fatturato nel 2012 per la crisi globale del comparto. E c’è chi ha dovuto chiedere un prestito in banca per cercare di pagare la tassa.

Non se la passa bene la principale struttura turistica della provincia di Trapani. Le sue cinque stelle sono un po’ appannate. Kempinski – Giardino di Costanza, il mega albergo del lusso di Mazara del Vallo è chiuso. Ma non per fallimento, come dicono le voci che si susseguono in questi giorni. Nè per l’inchiesta giudiziaria. Più che altro, per chiusura stagionale. E un po’ per crisi. Arriva fino alla Sicilia Occidentale, infatti, la crisi che sta investendo il comparto turistico, colpendo anche il settore delle “vacanze di lusso”, fino a poco tempo fa considerate al riparo da picchi dei consumi. “Le prenotazioni sono calate del 30%” dichiara il manager Giovanni Savalle. Tra l’altro è in corso davanti al Tribunale di Marsala la procedura fallimentare della società che ha la proprietà del complesso, la società Mediterranea, mentre la gestione dell’albergo è attualmente della società I Sicily.
Il complesso turistico è stato realizzato grazie ad un accordo fra la catena tedesca e la Società Mediterranea Spa nel baglio ottocentesco del “Giardino di Costanza”, con 140 camere. Il valore è di 13 milioni di euro. Attualmente è anche al centro di un’inchiesta della Procura di Marsala, sempre sui contributi pubblici erogati alla Mediterranea. L’ipotesi è quella di truffa aggravata ai danni del Por Sicilia.
Secondo Savalle ”i fondi in discussione sono quelli previsti dal patto territoriale Trapani sud, pari a 6,5 milioni, che sono stati regolarmente spesi dalla società per la costruzione dell’hotel. La contestazione riguarda 5 milioni su un investimento complessivo di circa 25 milioni”.
Stessa crisi colpisce, dall’altra parte dell’isola, il Donnafugata resort. E anche qui c’è da fare  i conti con un’inchiesta avviata dalla Procura di Ragusa e legata al sospetto, secondo la magistratura, che una parte del resort sia stata realizzata su un terreno sottoposta a vincolo perché ricadente nell’area archeologica di Kamarina.
«La società ha esattamente realizzato quanto previsto dalla concessione edificatoria rilasciata dal Comune di Ragusa e della successiva variante con pareri favorevoli dalla Soprintendenza” è la replica.