Governo Crocetta fino al 2017, parola del presidente dell'Ars Ardizzone

Governo Crocetta fino al 2017, parola del presidente dell’Ars Ardizzone. Fino a quindici giorni fa Rosario Crocetta aveva i minuti contati. Adesso, invece, pare che resterà per tutti i cinque anni della legislatura. Miracoli della politica siciliana.  Per il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone «questa legislatura arriverà alla sua scadenza naturale del 2017. Ho già prenotato lo spazio per mettere a casa mia cinque ventagli». L’ha detto   incontrando la stampa parlamentare nella tradizionale cerimonia del ventaglio.

«Sono convinto – ha aggiunto – che bisogna porre in essere atti legislativi di carattere finanziario su cui non ci può essere distrazione neanche di natura elettorale». Per il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone la Sicilia dovrebbe fare come la Regione Basilicata che ha proposto un referendum abrogativo dell’articolo 38 dello «Sblocca Italia» sulle trivellazioni. «Da presidente dell’Ars, ho dato il mio assenso, ma naturalmente deve passare dall’aula», dice. Ardizzone presenterà la sua proposta ai capigruppo.

Poi Giovanni Ardizzone parla della questione Meridionale: “Non facciamoci distrarre da polemiche strumentali, anche la Svimez ha smentito alcuni articoli che hanno lanciato l’allarme sul Sud con dati scorretti – dice Ardizzone – però è anche vero che, al di là dei piagnistei, c’è un problema al Sud. Penso a esempio al costo dei voli Palermo-Roma o Catania-Roma arrivati anche a 600 euro. Ho chiamato stamani il presidente dell’Enac Vito Riggio chiedendogli un intervento e se è possibile fissare un tetto alle tariffe. La Sardegna ha delle tariffe agevolate per via di una “continuità territoriale” che non è stata mai veramente riconosciuta alla Sicilia. La verità è che la Sicilia è in difficoltà non solo per colpa sua”. Ardizzone sostiene che le difficoltà di bilancio della Regione sono dovute ad azioni dello Stato: “La Corte dei conti ha detto chiaramente che lo Stato nei confronti della Sicilia sta violando il principio di leale collaborazione – dice il presidente dell’Ars – penso alle manovre nazionali che hanno drenato risorse all’Isola per sanare il bilancio dello Stato, cosa avvenuta da Monti in poi. La compartecipazione alla Sanità della Sicilia è la più alta d’Italia. I 500 milioni che ci ha dato adesso lo Stato? Sono somme che ci spettavano e la cifra è molto minore di quella descritta dai giornali. Nel 2014 la Sicilia ha dato 1 miliardo di euro allo Stato, e da sola ha contibuito per il 50 per cento di tutte le regioni a statuto autonomo. Cito solo dati della Corte dei conti”.
Il presidente dell’Ars parla anche delle riforme che la Sicilia deve comunque far e critica la recente legge sulle Province: “C’è un vulnus nella nostra norma, perché a guidare le città metropolitane devono essere guidate dai sindaci dei capoluoghi Palermo, Catania e Messina – dice – invece nella nostra norma sarà l’assemblea della città metropolitana ad eleggere la guida. Ed è un errore al quale va posto rimedio”.

Tornando ai temi finanziari Ardizzone avverte: “Alla ripresa dei lavori dobbiamo affrontare il bilancio di previsione 2016, anche se penso sia inevitabile andare all’esercizio provvisorio”.