Helg, condanna per estorsione confermata anche in appello

Condanna per estorsione confermata anche in appello per Helg. La corte d’appello di Palermo ha confermato la condanna a quattro anni e otto mesi di carcere nei confronti dell’ex presidente della Camera di Commercio di Palermo e vice presidente della Gesap, Roberto Helg, arrestato in flagranza l’anno scorso mentre intascava una tangente dall’imprenditore Santi Palazzolo al quale aveva chiesto una “mazzetta” da 100 mila euro.
Secondo quanto raccontato dal commerciante, all’inizio del 2015 Helg gli chiese una tangente per mantenere, alle stesse condizioni degli anni passati, il suo spazio nello scalo dell’aeroporto di Punta Raisi. Il rapporto, inevitabilmente, si ruppe. Palazzolo andò dai carabinieri che il 2 marzo 2015 lo imbottirono di microspie e incastrarono Helg mentre incassava la “bustarella” da trentamila euro e un assegno da settantamila.

Una condanna troppo pesante per il difensore di Roberto Helg, l’avvocato Giovanni Di Benedetto, che ha fatto ricorso in appello, ma la corte ha dato ragione alla Procura generale. A nulla è valso il tentativo dell’imputato di risarcire subito l’imprenditore al quale aveva chiesto la mazzetta, che ha rifiutato l’offerta. Nemmeno la confessione ha portato a un’ulteriore riduzione della pena (oltre quella già concessa per il rito abbreviato).

Sempre nell’inchiesta sull’estorsione al pasticcere, ieri è stata archiviata la posizione di Carmelo Scelta, ex direttore generale della Gesap. Secondo le indagini, sarebbe stato Scelta a inviare il pasticciere Santi Palazzolo dall’allora vice presidente della società aeroportuale, Roberto Helg, per il rinnovo della concessione all’interno del «Falcone Borsellino».
Lo stesso Helg, in sede di interrogatorio, aveva negato qualsiasi coinvolgimento di Scelta. «Ha detto di avere agito da solo – scrive il giudice La Cascia nel suo provvedimento – ha spiegato pure che le allusioni fatte da lui al Palazzolo circa il coinvolgimento di Scelta nella tangente gli erano servite soltanto per rafforzare la sua richiesta e allo stesso tempo per giustificarne l’esosità».
Anche se per il giudice, Helg «non è apparso mai realmente animato dall’intento di collaborare con l’autorità giudiziaria», va accolta «la richiesta di archiviazione per l’insufficienza degli elementi raccolti a sostenere l’accusa in giudizio».