Helg è ai domiciliari ma resta presidente della Camera di commercio

L’appuntamento è per domani mattina alle 9 in via Emerico Amari n 11, dove si trova il palazzo della Camera di commercio di Palermo. Lì si ritroveranno i componenti del consiglio camerale, l’organismo in cui sono rappresentate tutte le categorie produttive della provincia di Palermo. Una riunione che cade a distanza di una settimana dall’arresto del presidente della Camera di commercio Roberto Helg, colto sul fatto proprio nella sua stanza di quel palazzo mentre intascava una mazzetta di 100mila euro da un suo collega commerciante nella sua funzione di vicepresidente della Gesap, la società di gestione dell’aeroporto di Palermo. Con un paradosso: Helg che non ha di suo rassegnato le dimissioni continua a essere il presidente della Camera di commercio. Certo c’è chi sostiene che nelle condizioni in cui si trova ora è agli arresti domiciliari) Helg non può certo comunicare con l’esterno e che dunque tecnicamente non può nemmeno comunicare le proprie dimissioni se non tramite il suo avvocato. Cosa che potrebbe avvenire nelle prossime ore ma non è detto.
Domani dunque i trenta componenti del consiglio camerale si ritroveranno a dibattere anche di questo e non solo: la discussione si annuncia molto animata anche perché c’è chi, senza giri di parole, lavora affinché si arrivi al commissariamento dell’ente camerale. Se n’è parlato in questi giorni più volte e l’assessore regionale alle Attività produttive ha avviato l’attività ispettiva della Regione per verificare se esistono i presupposti per arrivare al commissariamento: circolano già alcuni nomi e tra questi quello dell’ex presidente del Tribunale di Palermo Leonardo Guarnotta che a fine febbraio ha maturato la pensione.
Intanto una considerazione va fatta: il consiglio camerale non è in condizione di fare alcunché se non deliberare una sfiducia morale nei confronti di Helg che, se volesse, potrebbe rimanere al suo posto. Lo Statuto della Camera di commercio deliberato il 26 dicembre 2011 non prevede la sfiducia al presidente per il caso in questione (l’arresto in flagranza di reato): l’articolo 23 dello Statuto detta le norme di dettaglio sulla cosiddetta continuità amministrativa dell’ente e prevede che il presidente e i componenti della giunta cessino dalla carica per dimissioni, morte e decadenza. La mozione “costruttiva” nei confronti della giunta e del presidente può essere presentata solo nel caso in cui non siano stati sottoposti al consiglio il bilancio preventivo e consuntivo entro i termini di legge e per «gravi e persistenti violazioni di legge giudiziariamente accertate dello Statuto o dei deliberati del consiglio».