I conti della Sicilia sono salvi (per ora). Roma conferma aiuti per 673 milioni di euro

I conti della Sicilia sono salvi, per ora. La legge di stabilità approvata dall’Ars non è stata impugnata dal Consiglio dei Ministri.  In particolare, è confermato per l’esercizio 2015, l’art. 5 comma 2 che destina al risanamento della finanza pubblica regionale 673 milioni e 548 mila euro a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc). Ma il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha dovuto fare delle nuove promesse e in sede di confronto con il ministero dell’Economia ha assunto l’impegno a procedere «con una puntuale azione di spending review che consenta, col bilancio di assestamento di realizzare il riequilibrio di bilancio. Nelle more dell’assestamento – si legge nel comunicato stampa di Palazzo Chigi – la Regione si è impegnata comunque ad una immediata riduzione delle spese».

L’apertura di credito del governo nazionale verso la Regione, è anche effetto delle riforme che Roma aveva chiesto per avviare un confronto sui rapporti finanziari: la riforma delle Province (dovrebbe essere approvata entro fine mese),  la riforma del sistema pensionistico; la riduzione del numero dei consiglieri comunali e il taglio alle indennità.
Nel 2015   – secondo fonti della maggioranza – le entrate strutturali, secondo previsioni condivise con il governo centrale, dovrebbero aumentare di circa 600 milioni tra Iva e imposta sui redditi di persone e società. Questo significa un aumento delle entrate tributarie pari ad oltre il 5%. Alle entrate ordinarie vanno poi aggiunti 800 milioni di entrate straordinarie: 200 come quota dei 300 milioni dell’accordo e 580 milioni di restituzione di importi trattenuti alla fonte nel 2014. Secondo l’opposizione invece  tra gettito Iva e Irpef in Sicilia vi saranno minori entrate per circa 1 miliardo.

Sul fronte politico regionale da registrare che Gianluca Micciché è il nuovo segretario dell’Udc. Lo ha eletto il comitato regionale in sostituzione di Giovanni Pistorio entrato nella giunta Crocetta. Primo obiettivo, in ambito partito, sarà il congresso straordinario di ottobre. Dice il segretario: «Abbiamo la necessità e la responsabilità di aprire una nuova fase politica dei popolari e questa nuova fase può partire dalla Sicilia. C’è un percorso iniziato con gli amici di Ncd e che va completato: non possiamo rimanere un comitato elettorale, dobbiamo costruire insieme una proposta politica moderna e credibile». 

Un appello a considerare chiusa l’esperienza della giunta Crocetta, è stato lanciato ai partiti della maggioranza, soprattutto a Pd e Udc, dal Ncd che si è riunito a Roma.  Il Ncd – si legge in una nota – «considerata esaurita l’azione del governo Crocetta – dal quale il Ncd è stato sempre distinto e distante , perché incapace sul versante delle riforme e delle politiche economico-sociali, lancia un appello alle forze di maggioranza che lo appoggiano perché interrompano il sostegno e restituiscano ai siciliani la possibilità di eleggere un governo in grado di affrontare, nel segno della discontinuità, le sfide imposte dal momento complesso e difficile che attraversa il Paese». Per affrontare nuove elezioni regionali, il Ncd intende dar vita a un nuovo contenitore politico riformista nel quale entrino, innanzitutto, l’Udc con cui è stata creata Ap e altre forze di matrice “popolare”.