I conti della Sicilia, trattativa con Roma ancora in alto mare. Paralisi informatica

Ancora in alto mare la trattativa del presidente Crocetta a Roma per salvare i conti della Sicilia.  Si è concluso in serata l’incontro a Palazzo Chigi tra la Regione siciliana e il governo nazionale sul bilancio e sul patto di rilancio per la Sicilia. “Tre ore e quindici minuti di incontro analitico e dettagliato sui conti della Sicilia”, si legge in una nota di Palazzo d’Orleans. Per il governo nazionale, era presente il sottosegretario Claudio De Vincenti, per la Regione hanno partecipato il presidente Rosario Crocetta e gli assessori Alessandro Baccei, Antonello Cracolici e Giovanni Pistorio. Prudente ottimismo da parte del presidente Crocetta che si dichiara “convinto che nel corso di questa settimana, mercoledì pomeriggio è previsto un ulteriore incontro, si potrebbe chiudere l’accordo con lo Stato. “Sui conti – dice Crocetta – si sta puntando sia da parte del governo nazionale che di quello regionale, a non avere soluzioni assistenzialistiche ma piuttosto soluzioni di lungo periodo che consentano di avere certezza delle entrate rispetto all’equilibrio di bilancio, ma anche certezza delle riforme da fare nei prossimi mesi per eliminare sprechi e che mettano definitivamente a posto la finanza regionale”. Per il patto dello sviluppo, il governo regionale ha presentato la sua proposta, in seguito alla deliberazione della giunta. “Il lavoro fatto è stato molto apprezzato da palazzo Chigi – continua il comunicato – che chiede di armonizzare tale proposta con un piano di interventi complessivi previsti, per concludere già la prossima settimana l’accordo definitivo”.

LITE CON FORZA ITALIA. Continua il botta e risposta tra Forza Italia e il governatore Rosario Crocetta. La polemica nasce da una frase espressa dall’ex premier Silvio Berlusconi nel corso della convention azzurra di domenica a Bagheria (“Crocetta agisce contro il proprio popolo”). Oggi la replica del governatore: “Berlusconi prima di parlare, dovrebbe chiedere scusa a quel popolo che gli aveva dato il 61 a zero nei collegi offrendo una maggioranza blindata al centro-destra, una maggioranza utilizzata solo per distruggere la Sicilia”, scrive Crocetta sul proprio profilo Facebook, aggiunge: “Stiamo mettendo in ordine i conti, quei conti che proprio il centro destra in Sicilia ha distrutto, stiamo rilanciando un’economia che era stata ridotta al lumicino proprio da anni di politica dissennata. I siciliani non hanno dimenticato affatto, sanno quello che è accaduto in questi anni e – conclude Crocetta – sanno fare bene le loro valutazioni”.

La controreplica al presidente della Regione arriva dal capogruppo di Forza Italia all’Ars, Marco Falcone: “Quanto affermato ieri dal presidente Silvio Berlusconi, in occasione dell’incontro di Forza Italia a Bagheria, sulle gravi responsabilità di Crocetta, della sua maggioranza e del governo precedente, sostenuto sempre dal Pd, corrisponde semplicemente al vero – dice -. Se c’è qualcuno che deve scusarsi con i siciliani non è di certo il centrodestra, ma proprio il governatore, e insieme a lui i partiti che dal 2009 guidano maldestramente l’Isola. Crocetta dovrebbe ricordare che da sei anni a questa parte la sinistra governa anche la Sicilia, commettendo una serie interminabile di errori – prosegue l’esponente azzurro -. Il risultato? Sotto gli occhi di tutti: nessun rilancio dell’economia (la disoccupazione giovanile è al 60%), crescita della povertà (la percentuale delle famiglie indigenti o sulla soglia di povertà sfiora il 40%), 80 mila posti di lavoro persi negli ultimi due anni e mezzo nell’edilizia e nei lavori pubblici, bandi paralizzati, imprese che falliscono o scappano, rete viaria colabrodo, mancanza della liquidità necessaria per pagare gli stipendi del pubblico impiego (800 milioni di euro), il buco di 1 miliardo e mezzo di euro nel bilancio regionale. Sono forse queste le medaglie che Rosario Crocetta vorrebbe avere al petto? Ricordo al presidente della Regione che quello di Silvio Berlusconi fu l’ultimo governo a intervenire in modo importante sull’infrastrutturazione regionale, si pensi ad esempio alle autostrade Catania-Siracusa e Messina-Palermo, grazie anche all’impegno dell’allora ministro Gianfranco Miccichè – conclude Falcone -. Crocetta dimostra dunque malafede o ignoranza, e nell’uno e nell’altro caso si dovrebbe vergognare”.

PARALISI INFORMATICA.  E’ ancora paralisi informatica alla Regione siciliana. Attivata una unita’ di crisi. Tutto a causa dell’interruzione del collegamento con i server di Sicilia e-servizi, la partecipata regionale responsabile della cruciale piattaforma digitale dell’ente pubblico. Bloccati i servizi, a partire da quelli sanitari. Anche la pagina web della Regione risulta “non disponibile”. Stop pure agli sportelli dell’Azienda sanitaria provinciale. Un blocco del server deciso dall’ex socio privato di Sicilia e-servizi, iniziato stamane emotivato dal mancato pagamento del fornitore da parte della Regione, e che continua a mettere in difficolta’ la rete pubblica della Regione con disagi a molti servizi ai cittadini.

“E’ davvero vergognoso quello che sta accadendo. Per un po’ di soldi si mettono in discussione servizi essenziali dei siciliani”, accusa Antonio Ingroia, al vertice di Sicilia e-Servizi, “capisco che un’azienda privata faccia i propri interessi e personalmente da mesi sto cercando di mediare tra la Regione e l’ex socio privato per trovare una soluzione che risolva il conflitto e salvi i servizi dei siciliani ma, in maniera irresponsabile, proprio alla viglia dell’incontro decisivo che era stato convocato per oggi, l’ex socio privato ha deciso di spegnere il server che regge l’informatica pubblica siciliana”.

Ingroia spiega di avere aperto immediatamente un comitato di crisi permanente “che sta affrontando la questione e resto fiducioso che alla fine una soluzione si trovera’”. In ogni caso, conclude, “qualcuno dovra’ rispondere dell’enorme danno arrecato che ogni ora che passa aggrava sempre di piu’ i disagi. Tutto questo sulla pelle dei siciliani che, alla fine, sono quelli che pagano sempre il conto”.

Per il capogruppo di FI all’Ars Marco Falcone era noto a tutti che il contenzioso tra socio privato e Regione, in corso da anni, avrebbe causato prima o poi il black-out se non si fosse raggiunta una soluzione, “ma sia il presidente di Sicilia e-servizi Ingroia, che Crocetta, nulla hanno fatto per sciogliere il nodo in tempo utile, superando una situazione da molti mesi potenzialmente esplosiva. Se nei confronti del presidente della Regione abbiamo presentato formale mozione di sfiducia, chiediamo a Ingroia di assumersi le proprie responsabilita’ e di lasciare il vertice dell’agenzia”.