I conti della Sicilia, verso l'accordo tra Governo e Regione. Ma ballano sempre 300 milioni

Toh, ogni tanto una mezza buona notizia. Pare proprio che non ci sarà bisogno di alcuna manovra correttiva mostruosa per correggere i conti della Regione Siciliana. Da Roma, dopo le iniziali contestazioni, le posizioni sono più morbide. L’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, e il Ragioniere generale Salvatore Sammartano, sono tornati al ministero delle Finanze, a Roma, per chiarire uno dei passaggi più contestati approvati dall’Assemblea regionale siciliana, ovvero l’utilizzo, per il triennio 2015-2017, di circa 2 miliardi di euro del Fondo sviluppo sociale (Fsc), per il concorso all’equilibrio della finanza pubblica. Alla Sicilia, il Ragioniere generale dello Stato, aveva contestato appunto l’uso distorto del Fsc, che è invece un fondo destinato agli investimenti. Non si potrebbe usare per pagare i debiti, ma in realtà c’era già una precedente autorizzazione, pare. Quindi, problema risolto. Si tratta di 673 milioni relativi al 2015, mentre sarebbero ancora scoperti 2016 e 2017. Intanto, bisogna evitare in tutti i modi l’impugnativa per il 2014, e quindi bisogna approvare le correzioni chieste da Roma entro il 15 Luglio. Altri nodi aperti restano il prepensionamento dei regionali, che verrà regolato dall’Ars con l’approvazione dell’assestamento di bilancio, e, soprattutto,  300 milioni di euro che il governo Renzi dovrebbe riconoscere alla Sicilia (sono somme derivate da tasse maturate in Sicilia ma pagate altrove) e sul quale da Roma si nicchia perchè i soldi sarebbero condizionati dall’approvazione di alcune delle importanti riforme che la Sicilia si era impegnata a fare, tra le quali, ovviamente, la principale rimane l’abolizione delle province e il riordino degli enti locali.  E qui viene la parte amara della notizia, perchè secondo alcune fonti questi 300 milioni (già iscritti nel bilancio) sono fondamentali per la liquidità della Regione Siciliana e senza di essi Crocetta a fine luglio non potrebbe neanche pagare gli stipendi ai 50.000 e passa dipendenti regionali. Allarmismo ingiustificato?