Il governo nazionale contesta il bilancio della Regione: "Non ci sono coperture"

Una lettera viaggia tra Palermo e Roma, ed è una specie di dichiarazione di guerra. Si apre uno scontro inedito tra Roma e Palermo per quanto riguarda i conti della Sicilia. Il governo nazionale infatti ha contestato il bilancio della Regione. Dopo aver analizzato entrate e uscite, per la prima volta la Ragioneria generale dello Stato muove in modo formale dei rilievi sui conti della Sicilia: atto preliminare per una impugnativa del bilancio provvisorio approvato a metà gennaio. Sarà il consiglio dei ministri a decidere, martedì, in una seduta a cui verrà probabilmente chiamato a partecipare anche il presidente Crocetta.

Si apre un braccio di ferro istituzionale senza precedenti. Roma contesta la mancata corrispondenza fra entrate e spese, soprattutto quelle legate al pagamento dei precari e al finanziamento degli enti regionali. Nel bilancio messo a punto dall’assessore Alessandro Baccei le entrate sarebbero insufficienti a dare copertura certa alle spese, seppure per i primi 4 mesi. L’assessore ha scelto di dare copertura ad alcune spese solo per 4 mesi (tanto dura l’esercizio provvisorio) rinviando tutto alla manovra di maggio. Invece secondo Roma bisognava individuare subito un budget annuale e poi autorizzare spese solo per i primi 4 mesi. Ancora, Baccei prevede di utilizzare un miliardo e 300 milioni dei vecchi fondi Fas, ma secondo Roma ciò non sarebbe possibile senza un’apposita legge autorizzativa.

Il tutto appare strano, da un punto di vista strettamente politico, perchè Baccei è un assessore voluto da Roma, dal sottosegretario Delrio, proprio per “commissariare” in qualche modo le scelte economiche di Crocetta. E se anche Baccei sbaglia…

Ma cosa succederà ora? L’impugnativa del bilancio da parte del governo al momento produrrà effetti solo sull’esercizio provvisorio, dato che la Regione non ha un bilancio. Il bilancio va approvato entro Aprile (l’esercizio provvisorio è stato chiesto infatti per 4 mesi) ed è in quella sede che dovranno essere applicate le misure correttive.  Il fatto è che si tratta di una procedura nuova, perchè il Commissario dello Stato in Sicilia non c’è più. Era lui che impugnava le leggi ritenute contrarie all’ordinamento statale. Ora adesso – è questa la prima volta – sarà direttamente il governo a farlo, entro 60 giorni (ecco perchè la lettera è arrivata in questi giorni, perché tra poco scadevano i 60 giorni dall’approvazione dell’esercizio provvisorio approvato dall’Ars) ma tra i giuristi c’è chi ha difficoltà anche a parlare di “impugnativa” e preferisce piuttosto parlare di “osservazioni” un po’ come fa Bruxelles con Roma, per intenderci.  Martedì si capirà meglio. Lì infatti, in sede di Consiglio dei Ministri, Rosario Crocetta sarà ascoltato per porre le sue controdeduzioni. Potrebbe avere il via libera, e dunque il caso rientrare, oppure subire uno stop parziale o totale alla spesa. In quest’ultimo caso, si bloccherebbero le spese della Regione e in fretta e furia, davvero, si dovrebbe votare il bilancio della Regione, che però è ancora in alto mare, soprattutto per le coperture finanziarie che Palermo chiede a Roma.