Il grande affare degli immobili svenduti (e riaffittati) dalla Regione Sicilia

C’è grande mistero intorno al dossier che Rosario Crocetta, presidente della Regione Siciliana, ha consegnato al Procuratore di Palermo Lo Voi. Che cosa ha denunciato il governatore? Perchè gongola e dice che “in tanti balleranno il samba?”. Tutti gli indizi e le voci di corridoio portano in una direzione ben precisa. E cioè a fatti del 2007, quando ci fu la  vendita di 34 immobili di proprietà della Regione, con un ricavato di appena 226 milioni di euro, mentre secondo altre stime il valore reale sarebbe stato di 400 milioni di euro.  Le sedi degli assessorati al Bilancio, Turismo, Sanità, Infrastrutture, Famiglia, Industria, Azienda foreste, e altri immobili di prestigio sarebbero stati ceduti, per un prezzo sotto il valore di mercato, alla società immobiliare Pirelli Re che creò un fondo, con la stessa Regione come socia al 35% e li riaffittò alla stessa Regione per 13 milioni e 600 mila euro l’anno. Per la valorizzazione del patrimonio immobiliare fu costituita un’apposita società, la Spi (Società Patrimonio Immobiliare) con il compito di censire tutti i possedimenti di proprietà regionale che furono stimati in complessivi 5 miliardi e 600 milioni di euro (compresi feudi e boschi).Si tratta di 2.135 Fabbricati censiti per una superficie di 6,7 milioni di mq e di 1.979 Terreni e Boschi censiti per una superficie di 2.837 milioni di mq (283.7 ha)  Il  socio privato di Spi, il ragioniere Ezio Bigotti da Pinreolo, successivamente chiese alla Regione ulteriori 80 milioni di euro per il lavoro svolto. La sua relazione la potete leggere cliccando qui. La vertenza tra Regione e Bonetti fu denunciata dall’allora assessore all’Economia, Gaetano Armao, nel 2011. E’ singolare notare che la Regione Siciliana paga 80 milioni di euro per il censimento dei suoi beni, mentre lo Stato italiano ha fatto un’analoga operazione, ma comprensiva anche della valutazione, per soli due milioni di euro.

La Regione non solo si è disfatta dei propri immobili, pagando una salata locazione, ma a Palermo sborsa ulteriori 11 milioni e 715 mila euro di affitti, per un totale di circa 25 milioni di euro l’anno. La locazione, secondo contratto, è di 9 anni più 9, con diritto di prelazione della Regione in caso di vendita.

Su Bigotti dice qualcosa di più La Repubblica del 1° maggio 2013 in un articolo che parla delle tangenti nel mondo della sanità:

“…un giovane imprenditore rampante e di successo, un personaggio emergente, data la sua giovane età, ma già potentissimo in Italia. Un uomo brillante e sensibile agli equilibri politici, balzato ai primi posti tra i finanziatori delle campagne elettorali a sinistra,e al tempo stesso sentimentalmente vicino alla destra che decide in fatto di trasporti e infrastrutture.
Attento alla propria immagine in modo quasi maniacale al punto che ha persino fatto causa a Google (ma ha perso) perché, digitando il suo nome nello spazio della ricerca, compaiono affiancati i termini «indagato» e «arrestato» pur non essendo mai rimasto impigliato in alcuna indagine penale. Si chiama Ezio Bigotti, ed è il fondatore del gruppo Sti. Immobiliarista che guarda lontano, che in pochi anni ha costruito un immenso impero partendo da Pinerolo e arrivando fino in Kazakhistan, Paese di cui è stato nominato console onorario. Il business di Sti è del genere moderno, un po’ indefinito che va dalle costruzioni, ai servizi, alle intermediazioni, e passa attraverso molte regioni italiane, approdando in Sicilia dove gestisce la valorizzazione dell’intero patrimonio immobiliare della Regione”.