Imprese siciliane ultime in Italia per i pagamenti. Solo una su cinque salda alla scadenza

Il sistema dei pagamenti commerciali delle imprese italiane è mutato radicalmente con il perdurare della crisi: nei primi tre mesi del 2015 rimangono stabili i buoni pagatori ma continua ad aumentare il numero di imprese che saldano le fatture con gravi ritardi, un fenomeno oramai consolidato che sta mettendo in difficoltà molti fornitori.

All’interno di questo scenario, nel primo trimestre dell’anno in corso la Sicilia ha mostrato difficoltà, posizionandosi all’ultimo posto in Italia in tema di puntualità nei pagamenti commerciali. Solo il 18,9% delle imprese siciliane ha infatti saldato puntualmente le fatture ai propri fornitori, mentre il 52,4% ha regolato i conti con un ritardo fino a 30 giorni dai termini concordati e ben il 28,7% con un ritardo oltre i 30 giorni. La Sicilia mostra una performance di pagamento nettamente inferiore sia alla media italiana (36,7% di imprese puntuali, 15,7% di imprese oltre i 30 giorni di ritardo), sia a quella del Sud e le Isole (22,4% di imprese puntuali)

Una situazione in cui si segnala anche la preoccupante crescita dei ritardi oltre i 30 giorni dai termini concordati, che dal 2010 ad oggi hanno conosciuto un incremento del 173,4%. Nel contempo, sempre rispetto a 5 anni fa appaiono in calo del 14,5% le imprese con ritardi entro 30 giorni dalla scadenza e in diminuzione del 33% i buoni pagatori.

È quanto si evince dallo Studio Pagamenti realizzato da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information, che ha analizzato i comportamenti di pagamento delle imprese siciliane nel primo trimestre 2015.

Ragusa risulta la provincia più virtuosa della Sicilia con il 21% di imprese puntuali nei pagamenti commerciali, seguita da Catania (20,1%), Enna (20,1% di pagamenti ma più ritardataria di Catania), Trapani (19,9%), Caltanisetta (19,3%), Siracusa (18,7%), Messina (18,5%) e Palermo (17,7%). Chiude la classifica Agrigento, con solo il 17,1% di pagamenti alla scadenza a fronte di un 30,4% di ritardi gravi.

Per quanto riguarda il dettaglio della dimensione aziendale della regione Sicilia le piccole realtà sono le più puntuali nei pagamenti con una percentuale di buoni pagatori del 20,6% a fronte però di un 20,7% di gravi ritardi. Situazione opposta per le grandi realtà, puntuali solo nel 14,1% dei casi, ritardi gravi invece pari al 17,5%.

I settori economici che mostrano le maggiori criticità sono l’industria (15,4%) e l’edilizia (15,5%) solo. Si distinguono in positivo invece i Servizi finanziari con il 48,5% di imprese puntuali, solo il 17% invece si dimostra un cattivo pagatore.

I dati del nostro studio sulla Sicilia lasciano pochi dubbi. Le imprese hanno grossa difficoltà a gestire i pagamenti verso i fornitori, con performance nettamente inferiori alla media Italiana: a preoccupare maggiormente sono i ritardi gravi che colpiscono il quasi 30% delle imprese locali”, commenta Marco Preti, amministratore delegato CRIBIS D&B.

Durante la crisi le aziende hanno vissuto un forte cambiamento nella gestione dei pagamenti e del credito commerciale e ora è possibile tirare le somme di questo nuovo contesto. Da un lato, le aziende operano oggi in un ambiente più complesso e rischioso rispetto al passato: fallimenti più frequenti, maggiore volatilità dell’affidabilità delle controparti, forte rischio di ritardi e insoluti anche dai clienti storici più fidelizzati. Dall’altro, hanno imparato a gestire meglio il credito commerciale, rendendolo un elemento centrale della gestione della clientela”.

La conferma arriva proprio dall’osservatorio privilegiato su migliaia di clienti rappresentato da CRIBIS D&B: le aziende che hanno raggiunto i migliori risultati sono quelle che hanno affrontato il problema dei ritardi e degli insoluti con un approccio più evoluto e sofisticato, adottando ad esempio un più attento monitoraggio della clientela e differenziando le strategie in funzione della tipologia di clientela. “In altre parole – conclude Preti – le imprese che hanno investito nella  gestione del credito commerciale, in procedure, strumenti e persone, possono ora affrontare la ripresa con maggiore sicurezza e fiducia”.