Imu, Tares e Consorzi di bonifica. La Cia: batoste in arrivo per agricoltori

PALERMO – Una batosta in arrivo a fine anno per gli agricoltori. L’Imu sospesa e spostata in corrispondenza della Tares (la nuova imposta sui rifiuti e sui servizi) insieme ai ruoli dei consorzi di bonifica rivisti al rialzo – si prevede almeno un raddoppio se non la triplicazione rispetto agli ultimi ruoli emessi per via dei tagli operato nella finanziaria regionale – rischiano di dare il colpo di grazia alle aziende agricole che sono già gravate da costi di produzione in crescita e spesso indebitate con l’erario.
Per le aziende agricole siciliane non verrà nemmeno in aiuto la norma approvata all’interno della finanziaria regionale che sostiene la rateizzazione dei debiti erariali e previdenziali iscritti a ruolo e che è limitata alle imprese in forma di società di capitali: la maggior parte delle aziende agricole è infatti nella forma di ditta individuale.
“L’Imu deve essere profondamente rivista e cancellata per gli immobili agricoli, perché gli agricoltori pagano l’erario due volte per lo stessa attività: una volta sul reddito, la seconda sul bene che serve a produrlo”, dichiara Fabio Moschella, presidente regionale della Cia.
Lo stesso Moschella punta il dito anche contro la Tares: “Temiamo che la Tares possa essere assai più gravosa della Tarsu se nell’applicazione del nuovo tributo venisse sottovaluta la peculiarità del settore primario, presidio delle aree rurali, spesso marginali, diffusamente poco servite da quei servizi divisibili ed indivisibili come l’illuminazione o la manutenzione stradale che rappresentano il fine della nuova Tares”.
Il presidente della Cia siciliana ha scritto, perciò, nei giorni scorsi ai Sindaci di tutti i Comuni dell’Isola per sensibilizzarli nel senso dell’applicazione della maggiore riduzione possibile (30 per cento), manifestandosi disponibile ad incontrare i primi cittadini siciliani.
La Cia confida che dal confronto con le amministrazioni locali si possa arrivare ad escludere dalla Tares tutte le aree scoperte e tutti i fabbricati rurali strumentali (rimesse attrezzi, le cantine, i magazzini, i fienili, le serre, etc.) destinati alle attività agricole e agricole connesse in cui viene ricompreso compreso l’agriturismo che non può essere paragonato ad altre attività ricettive di tipo tradizionale come alberghi o villaggi turistici.