In attesa da oltre un anno dell'allaccio Enel, coop Mare dell'Etna si rivolge alla magistratura

Dopo oltre un anno di attesa, vana, dell’allaccio della rete elettrica da parte dell’Enel per avviare la produzione di prodotti ittici tipici trasformati, l’azienda Mare dell’Etna, decide di adire per le vie legali contro il fornitore contrattuale dell’energia.

Succede in Sicilia, e precisamente a Portopalo di Capo Passero (SR), il borgo marinaro e peschereccio più importante dell’estrema punta sud dell’isola. “Siamo addivenuti alla determinazione di denuciare legalmente l’Enel – dice il presidente della Cooperativa Mare dell’Etna, Carmelo Di Maria – in ragione dell’assurdo ed ingiustificato ritardo nella fornitura di servizi elettrici per il nostro nuovo stabilimento industriale di Portopalo di Capo Passero (SR). A distanza di circa 13 mesi dalla richiesta, inoltrata il 04.12.2014 – spiega ancora Di Maria – non siamo tutt’oggi riusciti ad ottenere la fornitura di quanto richiesto così come da contratto sottoscritto tra le parti 15 giorni dopo”.

“Sembra una storia da paese sottosviluppato – aggiunge Pino Gullo, responsabile del dipartimento Pesca di Legacoop Sicilia, che assiste la Cooperativa nell’investimento e nello start- up imprenditoriale – ma siamo in Europa, in Italia, in Sicilia. Cioè in un’isola dove si produce il doppio dell’energia che si consuma e che la stessa ENEL afferma di non sapere a chi venderla. Un assurdo da terzo mondo”.

“Nonostante innumerevoli sollecitazioni e diffide,- afferma Saro Ricca, pescatore, socio e responsabile di produzione della cooperativa – non ci è ancora dato di conoscere ufficialmente le ragioni e le motivazioni di tale ritardo, né tantomeno i tempi entro cui sarà erogata la fornitura di energia elettrica indispensabile per avviare il ciclo di produzione del nostro Progetto finanziato con i Fondi UE del FEP per la valorizzazione dei prodotti ittici locali”.

“Il progetto prevede – aggiunge ancora Pino Gullo – la verticalizzazione della produzione ittica tipica attraverso la trasformazione di alcune specie ittiche meno conosciute dai consumatori, non a rischio di estinzione come il tonno rosso o in sofferenza come il pesce spada, quali l’Alalunga (conosciuto anche come tonno bianco), la Palamita o il Tonno Allitterato. Tutte specie frutto della pesca sostenibile, non meno saporite ed organoletticamente pregiate delle specie ittiche più ricercate e conosciute quali lo spada. Questi prodotti saranno sapientemente coniugati con ricette originali e innovative, con i prodotti agricoli locali, come il Pomodorino Pachino IGP, l’olio e le olive Tonda Iblea DOP etc. “.

“Il piano industriale – afferma ancora, Antonio Barbagallo, medico veterinario, socio e responsabile qualità della Cooperativa Mare dell’Etna – prevedeva l’avvio dell’attività entro il 2015 dando occupazione a 10 unità lavorative,   ma la mancata fornitura di energia elettrica, non ci consente di essere operativi, con il rischio di perdere i contratti già firmati con i clienti, abbiamo perso diverse opportunità di sottoscrivere forniture ad importanti buyer nazionali ed esteri, abbiamo visto crescere a dismisura gli oneri finanziari a causa del mancato fatturato, nonostante e soprattutto vanificando gli sforzi personali effettuati, anche in termini finanziari, dai soci della cooperativa”.

“Ma beffa delle beffe, – conclude Il Presidente Carmelo Di Maria – la cosa ancor più grave è data dal rischio concreto di dover restituire e/o perdere i contributi del FEP avuti, a causa di non poter procedere al collaudo finale delle opere e alla verifica della funzionalità dello stabilimento”.