In Sicilia 800 grandi evasori, e Crocetta apre la caccia: "Recuperiamo un miliardo di euro"

Sono 800 grandi evasori scoperti in Sicilia attraverso un’indagine di Riscossione  per 1 miliardo di euro stimati. I fascicoli compilati saranno oggetto di un esposto alla Procura della Repubblica, per indagare sul fatto che proprietari di yacht, di immense proprietà immobiliari, di aziende, parchi di autovetture di lusso e d’epoca, di residence, di alberghi, dichiarino in diversi casi persino zero reddito. Nell’elenco sono anche indicati soggetti “rampanti” che in un anno, da nullatenenti si sono trasformati improvvisamente in miliardari. Se fosse totalmente recuperato il miliardo, secondo il Governatore Crocetta, basterebbe per innalzare il Pil della Sicilia dell’1,5%, garantire il reddito di cittadinanza a tutti i disoccupati e incrementare i fondi per lo sviluppo”.

Tra le 800 cartelle esposte sul tavolo della Presidenza della Regione ci sono casi di evasione che riguardano soggetti di 28 anni che hanno un debito di 85 milioni di euro o di un novantenne che ha una barca da 4 milioni o di una signora proprietaria di un bar e sala giochi che ha un aereo di 12 milioni. ‘L’iniziativa e partita da un programma dell’Agenzia di Riscossione Sicilia teso a perseguire la grande evasione piuttosto che quella di piccole dimensioni. “Non voglio creare alcun allarme sociale – dice Crocetta – ma solo perseguire un gruppo ristretto che toglie alla Sicilia a oggi 1 miliardo di euro l’anno”.

A riprova della consistenza dell’evasione ai fini del riciclaggio, i settori maggiormente interessati dai controlli incrociati che hanno fatto emergere il fenomeno sono quello della commercializzazione nel settore dell’ortofrutta, del pesce, delle onoranze funebri, dei rifiuti e dei trasporti. Tutti settori in larga parte controllati dalla criminalità organizzata. Nell’elenco non mancano nemmeno nomi di rilevanza pubblica che “predicano equità” pubblicamente per poi privatamente evadere. “I nomi saranno resi pubblici dalle autorità competenti” dice Fiumefreddo, mentre Crocetta anticipa la creazione presso l’Agenzia di Riscossione, di un ufficio Grandi Evasori per monitorare per gli anni futuri il fenomeno. “La Sicilia è stata finora un vero e proprio paradiso fiscale – dice Fiumefreddo – e non abbiamo fatto altro che incrociare i dati dei diversi registri, navale o del catasto e verificare se i proprietari di grandi beni di lusso fossero contribuenti e per quali cifre”.

Riscossione Sicilia conta di attestarsi a recuperare il  20% del miliardo accertato fino a oggi. Cioè, secondo quanto affermato, il prossimo anno dovrebbero esserci 200 milioni di euro in più sul Pil della Sicilia. Ciò consentirebbe di destinare le risorse a strumenti di ammortizzatori sociali, reddito di cittadinanza e interventi a favore delle persone più disagiate o di incentivi alle imprese. L’attività ispettiva è stata resa possibile grazie alla collaborazione, che sarà strutturata con convenzione, tra Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate e Agenzia di Riscossione Sicilia. I dati sono sconfortanti, la percentuale di chi tra i 1300 siciliani che hanno un reddito superiore a 500 mila euro sui quali è possibile riscuotere l’evasione è solo del 3,6%. Cioè, solo il 3,6% di chi ha un reddito superiore a mezzo milione paga regolarmente le tasse. La percentuale è così bassa perché è più facile riscuotere l’evasione alla fonte di chi ha un reddito fisso e individuabile.

“Non ci interessa perseguire chi non paga la multa – dice Crocetta – o i piccoli artigiani o imprenditori ma chi sottrae centinaia di migliaia di euro ogni anno, che possono essere destinati al sostegno dell’impresa per esempio. Questi sono dati reali – aggiunge Crocetta – non annunci, perché sono evasioni o presunte azioni di riciclaggio già accertate e che trasmetteremo alle diverse Procure della Repubblica competenti per territorio”.

I casi di evasione milionarie la cui media si attesta intorno a 1 milione e mezzo a evasore, ricadono su tutte le province della Sicilia. A Trapani c’è la più alta densità di proprietari di barche di lusso nullatenenti o con basso reddito. Il meccanismo accertato è che in molti casi si tratta di prestanome senza reddito fino a poco tempo prima, che in caso di accertamento fiscale pagano il dovuto ma nel caso di atti di rilevanza penale scontano la pena al posto dei veri proprietari. Si tratta quindi in larga parte di un’evasione finalizzata al riciclaggio di denaro, con d’un doppio danno per il Pil della Sicilia, non per nulla stimato nell’1,5% sottratto alla ricchezza di tutti i siciliani.
Adesso la parola passa agli organi inquirenti che dovranno accertare i fatti di rilevanza penale e eventualmente rendere pubblici anche i nomi degli evasori. “Abbiamo voluto svolgere l’attività di riscossione non in senso di semplice gestione burocratica – conclude Crocetta – ma finalizzata alla ricerca dei grandi patrimoni sottratti al fisco in Sicilia”.