In Sicilia il numero di sindaci donne è il più basso d’Italia

Su 390 Comuni siciliani sono solo 18 le donne poste a guida delle amministrazioni locali, un valore percentuale del 4,2%, cioè la Sicilia ha il numero di sindaci donne in assoluto più basso d’Italia. Il dato merge dal dossier elaborato, in occasione della festa delle donne, da openpolis.it, denominato “Gender equality fra politica, imprese e lavoro”. Openpolis è un osservatorio civico sulla trasparenza della politica italiana, è indipendente poiché non riceve alcun finanziamento da partiti, politici o fondazioni e associazioni a loro riconducibili. Openpolis ha progettato e mantiene un network online che consente ai cittadini di ricevere gratuitamente e senza pubblicità un’informazione basata sui dati.
L’analisi evidenzia una netta contrapposizione tra Nord e Sud, a chiudere la classifica la Sicilia preceduta dalla Campania con il 4,55% di donne sindaco e la Puglia con il 6,20%; a guidare la classifica nazionale i Comuni dell’Emilia Romagna, dove sono 71 le donne che guidano le amministrazioni comunali cioè il 22,88%; seguita dal Veneto con il 18,31% e dal Piemonte con il 17,25%.
L’Italia è un Paese che è arrivato tardi a porsi il tema della rappresentanza di genere nelle proprie Istituzioni. Su tutti basta il dato che per avere la prima donna Ministro abbiamo dovuto aspettare il 1976. Da allora, e soprattutto negli ultimi anni, sono stati fatti passi in avanti. Non è un caso che, dal 1948 ad oggi, la Legislatura attuale sia quella con la maggior presenza di donne in Parlamento (30%) e che il Governo Renzi sia quello con il maggior numero di donne Ministro (50%) al momento del suo insediamento. Al tempo stesso, però, la disparità fra uomini e donne in politica resta molto forte e si accentua maggiormente quando gli incarichi sono più prestigiosi. Ad esempio in Parlamento, le donne presidenti di commissione sono pochissime: 1 su 14 alla Camera e 2 su 14 al Senato. Discorso simile si può fare per il Governo. Se al momento del suo insediamento sul totale dei Ministri le donne erano il 50%, restringendo il campo ai soli ministeri con portafoglio la percentuale scende al 30% e cala ancora fino al 27% prendendo in considerazione l’Esecutivo nella sua interezza, dopo la nomina dei vice-ministri e dei sottosegretari. Analizzando i diversi livelli istituzionali della Repubblica, Openpolis ha recensito oltre 93.000 incarichi politici, di cui poco più del 21% è ricoperto da donne. Ad eccezione della Presidenza della Camera dei Deputati – Terza carica dello Stato – nel dossier si evidenzia come sia raro che una donna guidi un’amministrazione o sia a capo di un organo monocratico: di una Regione (10%), di una Provincia (10%) o di un Comune (13%). Per quanto riguarda il contesto europeo, in fondo l’Italia non sfigura a confronto con gli altri Paesi, si colloca al 13° posto per presenza di donne in Parlamento ed è quinto per la percentuale donne ministro.