In Sicilia le imprese che più ritardano nei pagamenti. I dati

Si è fermata l’impennata dei cattivi pagatori registrata negli ultimi anni ma non si prevede un ritorno ai livelli pre-crisi: comunque oggi solo il 36,3% delle imprese italiane è puntuale nei pagamenti, la peggior performance degli ultimi cinque anni. Questo il quadro, a marzo 2015, del rapporto sui pagamenti di Cribis D&B (gruppo Crif) che sarà presentato il prossimo 15 aprile a Milano. In ambito settoriale la “maglia nera” va al commercio al dettaglio, mentre, per quanto riguarda la mappa geografica, sono in Emilia-Romagna le imprese più virtuose mentre in coda ci sono quelle della Sicilia. Sondrio la provincia best performer.

I numeri “Oggi – si legge nello studio – solo il 36,3% delle imprese italiane è puntuale nei pagamenti, la peggior performance degli ultimi cinque anni (-4,6% rispetto a un anno fa, ma -18% rispetto al picco positivo del 2012). Il 48% paga con 30 giorni al massimo di ritardo, mentre è stabile al 15,7% la quota di chi salda le fatture oltre un mese dopo la scadenza, un valore che però è quasi tre volte (+185,5%) il dato di fine 2010. E non si prevedono a breve inversioni di rotta. Il sistema dei pagamenti commerciali delle imprese italiane è mutato radicalmente con il perdurare della crisi e a fare maggiormente le spese del nuovo scenario è il commercio al dettaglio, punto finale di tutte le filiere industriali: solo un quarto (25,4%) delle imprese del settore ha rispettato i termini di pagamento alla scadenza, mentre un altro quarto (24,6%) ha saldato le fatture con oltre il mese di ritardo. Il paragone con i dati di fine 2010 è sintomatico delle difficoltà che stanno vivendo gli 1,2 milioni di imprese commerciali (pari a circa un quinto della popolazione imprenditoriale del Paese): la percentuale di ritardi gravi è cresciuta del 232,4%, un dato che rischia di condizionare l’intero sistema economico nazionale”.

Non si torna ai livelli pre-crisi “La crescita dei ritardi gravi che aveva caratterizzato gli scorsi anni – commenta Marco Preti, amministratore delegato CribiS D&B – si è fermata, ma non dobbiamo aspettarci che torni ai livelli pre-crisi”. “Durante la crisi le aziende hanno vissuto un fortissimo cambiamento nella gestione dei pagamenti e del credito commerciale e dopo sei anni è possibile oggi tirare le somme di questo nuovo contesto. Da un lato sicuramente, le aziende operano oggi in un ambiente molto più complesso e rischioso rispetto al passato: fallimenti più frequenti, maggiore volatilità dell’affidabilità delle controparti, forte rischio di ritardi e insoluti anche dai clienti storici più fidelizzati. Dall’altro – aggiunge Preti – le aziende hanno imparato a gestire meglio il credito commerciale, rendendolo un elemento centrale della gestione della clientela”. La conferma arriva proprio dall’osservatorio privilegiato su migliaia di clienti rappresentato da Cribis D&B: le aziende che hanno raggiunto i migliori risultati sono quelle che hanno affrontato il problema dei ritardi e degli insoluti con un approccio più evoluto e sofisticato, adottando ad esempio un più attento monitoraggio della clientela e differenziando le strategie in funzione della tipologia di clientela. “In altre parole – conclude Preti – le imprese che hanno investito nella gestione del credito commerciale, in procedure, strumenti e persone, possono ora affrontare la ripresa con maggiore sicurezza e fiducia”.

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