In Sicilia ridotte le royalties per le estrazioni petrolifere

In Sicilia vengono ridotte le royalties per le estrazioni, anche petrolifere, dal 20 al 13 per cento. La norma, approvata dall’Assemblea regionale, è stata inserita dal governo nella legge di stabilità, all’esame dell’aula. Il provvedimento è passato con 44 voti a favore e 26 contrari: il governo ha resistito al voto segreto, superando per tre volte la prova d’aula. Contrari alla riduzione i deputati Cinquestelle che hanno tentato di evitare il taglio, ma senza risultato.
Le royalties erano state aumentate appena un anno fa con un’apposita norma della scorsa finanziaria, che era stata proposta dai Cinquestelle e che aveva raddoppiato l’imposta dal 10 al 20 per cento: la misura era stata duramente contestata dalle compagnie petrolifere ma anche da altre aziende di estrazione.
Positivo il commento dell’esponente dei Drs Marco Forzese: “L’abbattimento fino al 13% delle royalties a carico delle imprese del settore petrolchimico consente maggiori investimenti in Sicilia e la creazione di nuovi posti di lavoro – osserva il deputato -. E’ evidente che con l’approvazione dell’articolo 5 della finanziaria si dà un concreto aiuto ai comuni in cui ricadono le aree industriali petrolifere che grazie proprio alle royalties potranno investire risorse nelle bonifiche e nella tutela dell’ambiente”.

Per l’assessore alle Attività produttive Linda Vancheri: “La potenzialità di sviluppo dell’industia in Sicilia non può prescidere dlale strategie nazionali. e in quella aprrovata dal governo a marzo si dà molto spazio allo sviluppo delle energie, il tutto collegato con la difesa dell’ambiente – commenta a Livesicilia l’assessore alle Attività produttive -. L’impegno di tutte le grandi aziende è quello di migliorare quest’aspetto, quello dell’impatto ambientale. Non si possono certo cancellare queste forme produttive, che rappresentano una fetta importatissima delle entrate della Sicilia. Puttosto bisogna concertare con queste aziende aspetti migliorativi di convenienza economica per la Sicilia. E peraltro si tratta di aziende che stanno investendo dei soldi nella bonifica dei siti”.

“Sia chiaro che la mia posizione mette al primo posto la salute dei cittadini. Non stiamo parlando di fare nascere nuove aree – aggiunge Linda Vancheri -, ma ottimizzare quelle esistenti incrementando la produzione, insistendo sulle politiche di bonifica, insieme alle aziende, molte delle quali si occupano anche di energie rinnovabili. Inviterei Legambiente a scovare tutte le attività di inquinamento sul nostro territorio spesso legate alle ecomafie piuttosto che prodursi in attacchi che fanno scappare le imprese”.

Con le nuove royalties, nelle casse potrebbero arrivare tra i 9 e i 10 milioni di euro: la Regione calcola d’incassare 3,5 milioni, mentre ai comuni andrebbero 7 milioni circa. Oltre ad applicare l’aliquota del 13 per cento, la nuova norma cancella la franchigia pari a 1.500 barili e quindi l’aliquota quindi scatta subito. Pur essendo previsto nella scorsa finanziaria il raddoppio delle royalties dal 10 al 20 per cento, sarebbe scattato da quest’anno sull’attività dell’anno scorso e comunque la regione non aveva ancora provveduto ad aviarie l’applicazione per timore che le aziende avrebbero fatto ricorso contro il provvedimento. Alla luce di tutto ciò la norma appena varata (dal 20 al 13 per cento), incrementa di 3 punti l’aliquota rispetto a quella applicata due anni fa (era al 10, ora al 13).