Industria, in Sicilia perso nel 2013 il 4,5% di valore aggiunto

Il 2013 é stato un anno di «perduranti difficoltà» per l’economia siciliana che,« pur svelando un’attenuazione del crollo produttivo registrato nel 2012», non annuncia «nessun decisivo segnale di ripresa negli indicatori dei vari settori». È quanto emerge dall’analisi congiunturale dell’economia siciliana nel 2013 del Servizio statistica della Regione. Il costante arretramento del Pil siciliano rispetto a quello del Mezzogiorno, innescato nel biennio 2010-11 (-1,2%), si é aggravato nel 2012-13 (-6,5%), più pesante del dato pur negativo della media nazionale (-4,4%). Con effetti devastanti sull’occupazione.
Nell’agricoltura, dopo l’ininterrotta contrazione dell’attività produttiva osservata a partire dal 2005, nel 2012 si era manifestata un’inversione di tendenza, con un incremento del valore aggiunto del 2,8%, annullato nel 2013 (-0,3%). I dati sull’occupazione agricola, riferiti alla media delle prime tre rilevazioni del 2013, mostrano un calo di 14 mila unità (-13%) rispetto allo stesso periodo del 2012.
Nel 2012 anche il settore industriale ha subito pesantemente gli effetti della fase congiunturale negativa. E per il 2013 l’andamento negativo sembrerebbe aggravarsi, con le stime che indicano un’ulteriore più vigorosa riduzione (-4,5%) e una continua contrazione del numero di occupati dal 2007, i quali si attestano, a fine anno 2012, su 127 mila unità. I dati più recenti, danno ragione di una variazione più contenuta, seppur ancora negativa (-0,5%). Nei primi nove mesi del 2013, con 8,6 milioni, diminuiscono in Sicilia le ore richieste all’Inps di cassa integrazione (-36,4%) rispetto all’analogo periodo del 2012. «Il dato positivo deve comunque essere valutato attentamente», sottolinea il report. In primo luogo, effettuando un raffronto con le ore concesse nel 2008, anno di inizio della crisi, ci si accorge che il ricorso a questa forma di ammortizzatore é in forte crescita (+302,8%).
In secondo luogo, é da ipotizzare che la flessione di ore autorizzate sia in realtà da spiegare con il fenomeno più allarmante del ricorso a forme di mobilità, o persino di licenziamento dei lavoratori, da parte di molte aziende, una volta esaurite le diverse forme di cassa integrazione. Secondo le informazioni provenienti dalle Camere di Commercio, è in calo anche il numero di imprese industriali attive, che sono state 29.422 nel terzo trimestre del 2013, il 2,0% in meno rispetto all’ammontare dell’analogo periodo del 2012. Il settore delle costruzioni mostra ancora una marcata flessione. Le stime sul valore aggiunto per il 2012 indicano una ulteriore forte contrazione in termini reali del 15,7%, risultato fortemente negativo che dovrebbe ulteriormente proseguire nell’anno in corso (-7,4%). I bandi di gara per opere pubbliche in Sicilia sono diminuiti sia in termini di numero (-24,7%) che di valore (-34%). L’importo medio dei bandi di gara si é attestato su un valore di poco inferiore a 570 mila euro. Anche il terziario siciliano ha mostrato nel 2012 una situazione in netto peggioramento. La ridotta capacità di spesa delle famiglie, la flessione degli investimenti e le condizioni dei conti pubblici hanno influenzato negativamente tutte le attività, dal commercio ai trasporti. In termini reali il valore aggiunto, a consuntivo d’anno, manifesta una flessione di 2,4 punti percentuali vanificando il lieve recupero di attività che si era osservato precedentemente.
Questo risultato rappresenta una delle peggiori performance degli ultimi 20 anni, pari solo al picco negativo che si era verificato negli anni 2008 e 2009 in corrispondenza della prima fase recessiva e confermato dalla variazione negativa attesa per il 2013 (-2,1%). In termini di occupati, gli ultimi dati hanno fatto registrare, in media dei primi tre trimestri, una riduzione di 50 mila unità (-4,7%), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In questo contesto, il volume diposti di lavoro nel commercio si é ridotto di 38 mila unità (-3,8%).