Intercettazione Crocetta – Tutino, il Gip limita l'incidente probatorio ai legali de L'Espresso

«Siamo assolutamente convinti che quella telefonata tra Crocetta e il medico Tutino esista e lo scopo dell’incidente probatorio è proprio quello di verificare la presenza di questa conversazione nelle carte processuali. Noi ci auguriamo che, prima o dopo, tutte le carte processuali possano essere esaminate, in modo tale da fare emergere dalle stesse carte processuali tutta la verità». Lo dicono gli avvocati Carlo Federico Grosso, Nino Caleca e Fabio Bognanni, difensori dei giornalisti Piero Messina e Maurizio Zoppi, che a luglio pubblicarono su l’Espresso la notizia di una intercettazione tra il Governatore siciliano Rosario Crocetta e il suo medico Matteo Tutino in cui si parla dell’allora assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino.

Il medico, accusato di falso, truffa e peculato, secondo quanto ricostruito dai due giornalisti, avrebbe detto a Crocetta che «Lucia Borsellino va fatta fuori. Come il padre». L’intercettazione è stata smentita dalla procura di Palermo che ha così indagato Messina e Zoppi per calunnia e pubblicazione di notizie false e esagerate.

Oggi si è svolta la prima udienza dell’incidente probatorio richiesto tre mesi fa dagli indagati e il gip di Palermo Agostino Gristina ha disposto la perizia parziale sulle intercettazioni tra Tutino e Crocetta, limitando il riascolto e la trascrizione delle conversazioni tra i due alle sole intercettazioni “offerte” dalla polizia giudiziaria. Una decisione suggerita dalla procura, alla quale si sono opposti gli avvocati che sostengono si tratti di un parziale limite alle richieste della difesa dei giornalisti. Per gli avvocati «i giornalisti hanno agito nella consapevolezza di esercitare un vero e proprio dovere di cronaca».

L’incidente probatorio era stato chiesto lo scorso agosto per ascoltare tutte le conversazioni di Tutino, comprese quelle ritenute non utilizzabili dai pm. Il gip, invece, ha limitato il lavoro del perito nominato oggi. I pm che erano presenti all’incidente probatorio, l’aggiunto Leonardo Agueci e il sostituto Claudio Camilleri, in apertura di udienza avevano chiesto la revoca dell’ammissione dell’incidente probatorio, sostenendo che non ci fossero i presupposti e che, comunque, per la procura pendendo ancora l’indagine per truffa su Tutino, sussistesse il segreto investigativo. L’istanza è stata respinta dal giudice.