Italkali punta sulla kainite: investimenti per 250 milioni

A sinistra il presidente di Italkali Antonino Scimemi, destra l'amministratore delegato Francesco Morgante
A sinistra il presidente di Italkali Antonino Scimemi, a destra l’amministratore delegato Francesco Morgante
Duecentocinquanta milioni di euro e 300 nuovi posti di lavoro diretti ai quali aggiungere l’indotto. Sono questi i numeri del progetto-kainite presentato oggi, a Palermo, presso la sede di Italkali, la società di Sali alcalini, tra le principali aziende in Europa per l’estrazione, la lavorazione e l’esportazione del salgemma. Un investimento che punta a ricostituire in Sicilia, nella miniera di Realmonte (Agrigento), la produzione italiana di solfato di potassio, come primo stadio di un più ampio processo di valorizzazione di tutti i sali che compongono la kainite, e per il quale Italkali è ora pronta ad aprirsi al mercato finanziario per reperire i fondi necessari.
La palla adesso passa alla Regione siciliana, chiamata in causa nella sua responsabilità istituzionale. “Cessato il ruolo improprio di socio – ha spiegato l’amministratore delegato di Italkali, Francesco Morgante – la Regione è chiamata a manifestare i propri intendimenti attraverso lo strumento vincolante della programmazione negoziata previsto dalla legge”. In altre parole, è necessario un accordo vincolante tra Italkali e la Regione che metta, nero su bianco, i tempi autorizzativi per portare avanti il progetto. “Senza questo passaggio – ha aggiunto Morgante – sarà difficile annunziare un piano finanziario credibile”.
Ad illustrare i dettagli del piano è stato Francesco Lanzino, responsabile del progetto per Italkali, insieme con Nicoleta Nemtisor, responsabile del progetto per Sb Setec, la società siracusana che si è occupata della progettazione dell’impianto industriale. “Da venti anni – ha detto Lanzino – l’Italia importa dall’estero tutto il solfato di potassio che serve per le colture di elevato valore e che per l’agricoltura biologica è indispensabile. La produzione nazionale era localizzata in Sicilia ed è cessata definitivamente quando, nel 1996, il governo della Regione ha stornato per spese correnti le dotazioni finanziarie che per legge (n° 8/1991) erano state destinate alla realizzazione di condotte di smaltimento dei reflui che una legge precedente (n° 15/1984) aveva imposto agli impianti di lavorazione dei sali potassici in esercizio. Italkali che aveva impegnato le proprie risorse imprenditoriali, di tecnologia e finanziarie, per portare quegli impianti al massimo livello di efficienza e di economicità, venne emblematicamente estromessa dalla miniera di Pasquasia, che costituiva il punto di forza del compendio produttivo e che, da allora, è rimasta abbandonata al pubblico saccheggio. La società, tuttavia, non ha mai rinunciato alla propria vocazione o, piuttosto, non è venuta meno al proprio scopo statutario”.
“È stato quindi ripreso in considerazione, per verificarlo ed aggiornarlo – ha aggiunto Giuseppe Farruggio, amministratore delegato della Sb Setec – il processo di lavorazione della kainite, che era rimasto inutilizzato nei primi anni 50 del secolo scorso e che si caratterizza per l’assenza di ingredienti inquinanti e comunque estranei agli elementi di origine marina che compongono la kainite”. Partendo da questo la GE Water & Process Technologies Italy, controllata dalla multinazionale General Electric, ha effettuato la sperimentazione del processo in un impianto pilota. Sperimentazione perfettamente riuscita che, condotta in collaborazione con il Cnr, è già stata approvata dal Ministero dell’industria.
“L’attuazione del progetto kainite – ha concluso il presidente della società, Antonino Scimemi – ambisce a ripristinare una produzione indicata dal Cipe tra quelle di preminente interesse nazionale e ricollocare l’Italia nel ristretto numero di produttori ed esportatori mondiali di solfato di potassio. È quindi condizione essenziale di credibilità del programma che esso risponda a direttive esplicite di politica industriale dell’Autorità regionale e a comportamenti coerenti dei dipartimenti ai quali spetta di attuarle nei tempi strettamente necessari”.