La Camera approva le modifiche del codice antimafia per aziende sequestrate e confiscate

La Camera ha approvato, con 281 voti favorevoli e 66 contrari, le modifiche del codice antimafia in materia di aziende sequestrate e confiscate. Il provvedimento ora passa all’esame del Senato. Ecco i punti essenziali del codice.

AGENZIA DEI BENI CONFISCATI – Il provvedimento riorganizza e rafforza l’Agenzia nazionale per i beni confiscati, ponendola sotto la vigilanza della presidenza del Consiglio, e rivedendone i compiti. La sede centrale sarà a Roma e avrà un direttore che si occuperà dell’amministrazione dei beni dopo la confisca di secondo grado.

NORMA SAGUTO – E’ una novità. Impedisce la nomina ad amministratore giudiziario di beni confiscati alla mafia, o coadiutore o collaboratore, non solo di parenti ma anche di “conviventi e commensali abituali” del magistrato che conferisce l’incarico. Il divieto varrebbe per i “parenti fino al quarto grado” e per “gli affini entro il secondo grado”. Gli amministratori giudiziari non potranno inoltre avere più di 3 incarichi.

SEQUESTRO BENI ANCHE A CAPORALI E A CHI FAVORISCE LATITANTI – Sequestri e confische sono previsti anche a chi favorisce i latitanti, commette reati contro la Pubblica amministrazione o si macchi del delitto di caporalato.

AFFITTI ALLE FORZE DELL’ORDINE – Gli affittuari degli immobili confiscati potranno provvedere a proprie spese alle ristrutturazioni qualora le amministrazioni assegnatarie non dispongano delle risorse necessarie. In quel caso, sarà possibile una compensazione delle spese sostenute per la ristrutturazione sostenute dagli agenti, dai militari o dai funzionari assegnatari: andranno a valere sul canone di affitto. Gli immobili potranno essere affittati ai dipendenti delle forze di polizia, delle forze armate e dei Vigili del fuoco per quattro anni prorogabili per non più di due volte.

PROCEDIMENTI PIU’ VELOCI – Il procedimento di applicazione delle misure di prevenzione (sorveglianza speciale e divieto/obbligo di soggiorno) è reso più trasparente, garantito e veloce.

SEQUESTRO PIU’ INCISIVO – Il sequestro si estende a tutti i beni aziendali. A provvedere materialmente al sequestro sarà ora la polizia giudiziaria (non più l’ufficiale giudiziario). Se il bene immobile è occupato dalle persone colpite dal sequestro, il giudice delegato ne chiede al tribunale lo sgombero, eseguito dal questore. Si assicura che gli immobili non siano mai abbandonati e, per quanto possibile e con gradualità, si anticipa la destinazione prevista dopo la confisca.

CONFISCA RAFFORZATA – La confisca allargata diventa obbligatoria anche per alcuni ecoreati e per l’autoriciclaggio e trova applicazione anche in caso di amnistia, prescrizione o morte di chi l’ha subita.

CONTROLLO IMPRESE INFILTRATE – E’ introdotto il nuovo istituto del controllo giudiziario delle aziende quando sussiste il pericolo concreto di infiltrazioni mafiose che ne condizionino l’attività.

TERZI PIU’ TUTELATI – Sono garantiti i diritti dei terzi in buona fede che risultano da atti anteriori al sequestro. L’amministratore giudiziario può essere autorizzato a pagare subito i ‘creditori strategici’ a beneficio della continuità aziendale.

SEGNALAZIONE BANCHE COLLUSE – Si fa più rigorosa la disciplina dei presupposti che consentono alla banca titolare di ipoteca sul bene confiscato di ottenere parte di quanto prestato. Se in corso di verifica alla banca che vanta un credito non è riconosciuta la buona fede, il decreto che rigetta la domanda di ammissione al credito deve essere comunicato alla Banca d’Italia.