La trasparenza ha un costo?

Sono state riportate in alcuni articoli di stampa le doglianze di sindaci ed amministratori che attribuiscono il ritardo della spesa dei fondi comunitari alle procedure previste e introdotte nella nostra Regione per la composizione delle commissioni aggiudicatrici e all’alto costo previsto per i compensi delle componenti le commisssioni.
Con la Legge 12/7/2011 n. 12 in Sicilia si è recepito in maniera dinamica il Codice dei Contratti di cui al D.Lgs. 12/4/2006 n. 163 e il suo Regolamento di Attuazione 5/10/2010 n. 207. Con il recepimento si sono introdotte alcune procedure al fine di garantire la massima trasparenza anche, per esempio, per l’aggiudicazione degli appalti di lavori e servizi e fornitura sotto la soglia di 1.250.000 euro.
Ricordo, infatti, che la nostra normativa prevede il ricorso agli UREGA (Stazioni provinciali uniche appaltanti) per gli importi superiori a 1.250.000 euro. Si è previsto pertanto (art. 8 della Legge 12/2011) che per la composizione delle Commissioni giudicatrici i componenti debbono essere sorteggiati tra i componenti di un apposito Albo istituito presso l’assessorato regionale delle Infrastrutture e della Mobilità.
Il sorteggio è pubblico e viene effettuato presso lo stesso assessorato.
Lo stesso art. 8 della Legge 12/2011 al comma 8 prevede che si attingeva per il sorteggio dei componenti ad un Albo già esistente presso l’assessorato regionale. È ovvio come tale norma costituisca una modalità per garantire un’assoluta trasparenza nella composizione delle Commissioni giudicatrici che prima di tale norma erano composte solo da funzionari interni all’amministrazione.
In merito ai compensi occorre ricordare che il Regolamento Attuativo della L.R. 12/2011 (D.P. 13/2012) all’art. 13 prevede due modalità diverse di compenso per i componenti delle Commissioni giudicatrici.
Una modalità prevede un importo pari a 300 euro a seduta per componente, che comunque non possono essere corrisposte al componente se la Commissione non è completa e quindi non esercita le sue funzioni.
L’altra modalità fa riferimento ad un parere della V Sezione del Consiglio Superiore dei lavori pubblici che fissa il compenso per ogni componente a circa 100 euro a seduta.
Pertanto l’amministrazione ha la facoltà di applicare un compenso pari a 100 euro a seduta. Inoltre tali spese devono trovare copertura nello stesso progetto e quindi nessun onere rimane a carico degli Enti Locali (comma 9 dell’art. 8 della L.R. 12/2011). Viene da chiedersi allora:
La trasparenza ha un costo così rilevante per gli Enti Locali?
Gli appalti sono fermi perché si vuole garantire la trasparenza?
Addebitare la non spesa o il ritardo della spesa dei fondi comunitari a tali Commissioni e a compensi previsti per i componenti delle stesse non è quindi corretto. Altri e ben più strutturali sono nella nostra Regione i motivi della non spesa e del ritardo. Bandi inerenti le varie linee di intervento della programmazione Comunitaria e delle risorse economiche del PO-FERS 2007/2013, pubblicati nel Settembre 2009 e per i quali gli Enti hanno presentato quanto richiesto nel Luglio del 2010, sono in molti casi ancora in attesa dei successivi impegni di spesa.