La Trinacria fallisce in volo

Alcuni se lo ricordano ancora Totò Cuffaro, a quel tempo presidente della Regione siciliana, che di fronte a un ritardo di Alitalia ai cittadini assiepati all'aeroporto Falcone Borsellino di Palermo dice: «Mi sto adoperando perchè la Sicilia abbia una propria compagnia aerea al servizio dei siciliani che troppo spesso vengono lasciati a terra negli aeroporti dell'Isola». Non è l'unico politico siciliano ad aver pensato di creare una nuova compagnia aerea tutta isolana con lo stemma della Trinacria.

Ma l'ultimo (o il penultimo se volete) capitolo del sogno siciliano di avere una compagnia aerea si è chiuso a marzo di quest'anno: tre manager della SiFly, compagnia low cost lanciata nel 1998 e chiusa per fallimento nel 2001, sono stati condannati a tre anni. Per la Procura di Palermo i tre avrebbero effettuato una serie di indebite compensazioni debiti-crediti con la società collegata, la Kinesis, che si occupava della vendita dei biglietti e della pubblicità. Inoltre, sempre secondo gli inquirenti, ci sarebbe stata una distrazione dei beni in magazzino per oltre 800 mila euro. Carte false per tenere in vita una compagnia che cominciò a morire il 12 novembre del 1999 quando, in servizio per conto del Pam (il programma alimentare dell'Onu) e in viaggio verso il Kosovo, l'Atr-42 si è andato a schiantare nei dintorni del villaggio di Bajgora, a circa 12 chilometri a nord est di Mitrovica causando la morte di 24 persone.
Ma quella di SiFly è solo una e nemmeno la più importante delle esperienze siciliane maturate negli ultimi vent'anni. Sempre nel 1998, venne lanciata a Trapani dall'imprenditore del tonno Castiglione, la compagnia aerea MedAirlines che collegava l'aeroportro di Trapani Birgi con Roma, Parma e le isole minori e altre località del paese: un'esperienza che si è chiusa nel 2001 con il fermo coatto dei due Saab 2000 impiegati nei collegamenti e la cassa integrazione per gli 80 dipendenti della compagnia.
Ma è nel catanese, e in particolare nell'area di Caltagirone, che prende le mosse la prima compagnia low cost del nostro paese e la prima società che prova a rompere il monopolio di Alitalia: viene creata dall'imprenditore Luigi Crispino e si chiama Air Sicilia e ha appunto lo stemma della Trinacria in grande mostra: è il 1994 quando l'imprenditore del calatino, ex concessionario d'auto venuto dal nulla, annuncia la nascita della nuova compagnia. Per anni i siciliani pensano che sia finalmente arrivato il momento: la compagnia di Crispino cresce, lui crea anche l'azienda per gestire la biglietteria con un call center. La compagnia chiude qualche anno dopo (nel 2003) e Crispino continua a gestire la biglietteria fino al giorno in cui viene arrestato nel maggio del 2004 su richiesta della procura di Caltagirone che lo accusa di bancarotta fraudolenta. Crispino prova a entrare anche in una compagnia con sede a Malta, la Efly, ma ne esce subito. C'è anche Crispino nel lancio della nuova compagnia low cost siciliana WindJet: una partnership sicura sul fronte della vendita dei biglietti nel cui ambito Crispino è stato un pioniere e un innovatore. «La Sicilia – dice con amarezza Toti Piscopo, editore del periodico di settore Travelnonstop e presidente della sezione turismo di Confindustria Palermo – dimostra una disponibilità a dare contributi alle compagnie straniere che non ha dimostrato con le proprie aziende. La debolezza del nostro sistema ha fatto poi il resto».