L'Antimafia nel ragusano: sotto osservazione Scicli e Vittoria

La commissione parlamentare Antimafia è oggi a Ragusa seconda tappa della visita in Sicilia: le audizioni cominciate ieri a Caltanissetta e che si concluderanno domani a Siracusa. Prima di riunirsi in prefettura, i commissari, guidati dalla presidente Rosy Bindi, hanno programmato incontri nel municipio di Vittoria, centro su cui si focalizza l’attenzione assieme a Scicli, dove sono in corso le procedure preliminari per un possibile scioglimento per infiltrazioni mafiosi. A questi due contesti territoriali sono dedicati ampi passaggi della realzione annuale della Direzione nazionale antimafia, presentata nei giorni scorsi. Il rapporto conferma la presenza dell’organizzazione criminale della «Stidda» a Comiso, Vittoria e Pozzallo (estorsioni, traffico di armi e stupefacenti) e di «Cosa nostra» nel Vittoriese con una leadership ricostituita dopo l’operazione «Guardiania» condotta dalla Squadra Mobile di Ragusa ad ottobre del 2013, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catania. Con quell’indagine furono azzerati i vertici di un’organizzazione che secondo la Dna aveva attivato «una sistematica attivita’ di estorsioni e furti in danno degli imprenditori agricoli di Vittoria, svolgendo abusivamente e con minaccia l’attivita’ di guardiania». La nuova leadership farebbe capo a Filippo Ventura. (AGI) Rg3/Rap (Segue) 050716 MAR 15
(AGI) – Ragusa, 5 mar. – A Comiso a marzo del 2014 e’ stata messa a segno un’altra operazione che ha stroncato un ingente traffico di stupefacenti con un canale privilegiato di rifornimento dall’Albania. Il gruppo comisano della «Stidda» scrive la Dna, «sembra essersi riorganizzato sotto la direzione di Mario Campailla, nuovamente tornato in liberta’» Il report, che prende in esame la situazione da giugno 2013 a luglio 2014, non contempla i risvolti di uno degli episodi piu’ preoccupanti accaduti a Vittoria, l’omicidio di Michele Brandimarte, reggino di 53 anni, ucciso nella tarda serata del 14 dicembre 2014. La vittima secondo gli inquirenti apparteneva a una famiglia legata alla `Ndrangheta. Due fratelli lo scorso anno erano stati coinvolti nell’operazione «Puerto Liberado» contro un gruppo di narcotrafficanti che importava cocaina dal Sud America a Gioia Tauro. Reo confesso dell’omicidio Brandimarte e´ Domenico Italiano, 23 anni, di Gioia Tauro.
Quanto a Scicli, la Dna pone l’accento su un gruppo non riconducibile a Stidda o Cosa Nostra e che secondo gli inquirenti farebbe capo a Francesco Mormina. I reati contestati vanno dall’associazione mafiosa, al concorso in associazione, truffa. Il sodalizio avrebbe «imposto il suo controllo, compromettendone anche la regolare attivita’, sull’azienda che aveva l’appalto per la raccolta e gestione dei rifiuti solidi urbani per il Comune di Scicli», si legge nel report. Nel giugno del 2014 l’informativa sul «caso Scicli» e’ stata trasmessa dalla Direzione antimafia al prefetto di Ragusa, che ha avviato le procedure di verifica della sussistenza di infiltrazioni mafiose all’interno del Comune di Scicli. Nella relazione della Procura nazionale si specifica che «gli esiti delle indagini hanno peraltro accertato l’esistenza di contatti tra alcuni degli indagati raggiunti da provvedimento restrittivo, e politici/amministratori locali (segnatamente il sindaco Francesco Susino) con il quale, il Mormina, aveva canali preferenziali». Susino si e’ dimesso dopo la notifica di un avviso di garanzia.