L’Antitrust su trasporto pubblico locale su gomma: mettere i servizi in gara

Sicilia tra le otto regioni che vanno avanti con le proroghe degli affidamenti

ROMA – Il trasporto pubblico locale per «uscire dalla situazione di crisi in cui versa» deve affidare i servizi attraverso procedure di gara «aperte, trasparenti e non discriminatorie».A dirlo è il presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella, nel corso di un’ audizione nella commissione Trasporti della Camera. Per fruire dei benefici legati alla concorrenza, sostiene Pitruzzella, è quindi necessario che «gli oneri di servizio pubblico e le modalità di determinazione delle compensazioni economiche siano resti pubblici, i lotti da affidare tramite gara non siano ingiustificatamente ampi». Per contenere i costi e incrementare l’efficienza, secondo Pitruzzella, è inoltre necessario obbligare l’operatore uscente a «mettere a disposizione i mezzi acquistati o finanziati con fondi regionali». Gli operatori uscenti, dovranno anche «fornire indicazioni chiare e dettagliati in merito alla dislocazione delle aree utilizzabili dall’eventaule subentrante e alle condizioni economiche di infrastrutturazione/accesso».

Infine, sottolinea il presidente, occorre definire l’oggetto della gara e l’ammontare degli investimenti in materiale rotabile o infrastrutture, «in modo da non ostacolare la partecipazione di operatori diversi dall’incumbent».

Il trasporto locale, spiega l’Agcm, «soffre tradizionalmente di una cronica insufficienza di risorse». La spesa per il comparto, che costituisce la seconda voce in uscita nei bilanci regionali, «ha subito la contrazione dei trasferimenti da parte del governo» a partire dal 2010. Inoltre vengono evidenziati «numerose criticità» sotto il profilo dell’adeguamento agli obblighi imposti a livello legislativo relativi «all’organizzazione dei servizi» e loro «all’affidamento», alla «mancanza di trasparenza dei contratti» e alla «modalità di determinazione delle compensazioni».

I riflessi che tali irregolarità producono sulla crisi del settore, afferma Pitruzzella, «sono evidenti, in quanto impediscono lo sviluppo di adeguati meccanismi concorrenziali, creando inefficienze sotto il profilo della gestione, ma anche della fruibilità e della qualità dei servizi di trasporto dei cittadini».

Secondo i dati dell’Agcm, relativi al 31 dicembre 2010, sono otto le regioni che «non hanno ancora organizzato alcuna procedura aperta a evidenza pubblica, per l’affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale su gomma», e sono ricorse a «proroghe degli affidamenti in essere»: si tratta dell’Abruzzo, della Calabria, della Campania, del Molise, della Sardegna, della Sicilia, del Trentino Alto Adige e del Veneto. Mentre in nove regioni sono state indette gare per l’intero set dei servizi pubblici. Le gare per i servizi automobilistici urbani ed extraurbani, osserva Pitruzzella, corrispondono a circa la metaà dei bus/km complessivamente previsti dagli affidamenti in essere ogni anno in Italia. Secondo il presidente c’è ‘«un grande interesse per servizi pubblici locali», da parte di possibili investitori esteri. «Potrebbe essere un asset utile per il Paese, a patto che ci siano le condizioni per rendere profittevole» il settore. Bisogna quindi considerare alcuni «elementi centrali» per arrivare a questo obiettivo: «è essenziale effettuare un’analisi economica» sul costo in relazione alla produzione. Bisognerebbe imporre a tutti coinvolti nel trasporto pubblico locale a effettuare «un’analisi economica approfondita, per quanto riguarda il tipo di servizio, il costo e la domanda».

«Dovremmo passare da un approccio di mantenimento a un approccio più razionale, sotto il profilo dei costi e della domanda», sottolinea Pitruzzella. Il presidente mette in guardia rispetto ai »costi sociali» che potrebbe avere un intervento di efficientamento delle strutture. «Esistono aziende inefficienti, che in alcune aree del Paese vengono mantenute perché altrimenti si crea disoccupazione», spiega Pitruzzella. «Bisognerebbe distinguere il problema di welfare e coesione dai problemi di efficienza».

Invece, osserva il presidente, «si è creato un meccanismo perverso» che porta a «caricare tutto sulle attività economiche, con la conseguenza che la questione sociale viene accontentata a metà e c’è un carico sui servizi che non riescono a diventare motore della crescita. Rendere efficienti i servizi comporterà dei costi ma – avverte Pitruzzella – i problemi sociali vanno affrontati in modo diverso». Questa potrebbe essere la «premessa per passare a tipo diverso di atteggiamento, è conoscere la realtà in cui si opera».