L’Ars approva la proroga del bilancio e azzera le nomine dopo le elezioni

 Il prossimo governatore della Sicilia, entro 90 giorni dal suo insediamento, potrà azzerare tutti gli incarichi affidati durante questa legislatura. La norma è stata approvata dall’Ars ieri, assieme ad una altra leggina che, dando un’interpretazione autentica alla legge elettorale per gli enti locali, prevede la decadenza simultanea di sindaci e consigli comunali in caso di mancata approvazione del bilancio, battaglia quest’ultima condotta dal capogruppo del Pid, Totò Cordaro.

L’Ars ha approvato inoltre la proroga – la terza- dell’esercizio provvisorio fino a fine aprile. Via libera, all’unanimità, anche degli ordini del giorno presentati da Forza Italia, che bloccano le nomina all’Irsap e all’Ircac. “Il Parlamento regionale, bloccando le nomine si è finalmente imposto nei confronti di un esecutivo arrogante, che agisce infischiandosene delle regole – dice il capogruppo di Fi all’Ars, Marco Falcone – Rosario Crocetta prenda atto, capisca la lezione, e cambi atteggiamento”.

“Apprezzo la legge sullo spoil system. Sarebbe stato bello se l’Ars l’avesse approvata all’inizio della mia legislatura, mi avrebbe permesso di governare con la squadra da me ritenuta più idonea. Apprendo che in futuro si agirà in modo diverso”, è il commento di Crocetta.

Soddisfatto il Movimento 5 stelle. «Era assurdo che chi vinceva un’elezione non potesse nominare figure chiave e si dovesse ritrovare fra i piedi, nominati di partito nei posti fondamentali, per giunta blindati per anni, senza potere provvedere a sostituirli – dichiara Giancarlo Cancelleri -. Era una grossa anomalia che andava corretta. Nel resto del Paese c’è questa possibilità, era ora che si applicasse anche in Sicilia». Cancelleri commenta poi le ultime scelte di Crocetta. «Incarichi e nomine fatti da una giunta impegnata a confezionare regalie piuttosto che ad occuparsi degli enormi problemi dei siciliani – continua il deputato -. Tutto quello per i quali si è sbracciata ed accapigliata potrebbe non valere nulla. In pratica gli abbiamo rotto il giocattolo».