L'Ars ha approvato la nuova legge elettorale. Tutti i particolari

L’Assemblea regionale siciliana ha approvato con 42 voti a favore, 23 contrari e due astenuti, la legge elettorale.

I candidati a sindaco che otterranno almeno il 40% dei voti al primo turno diventeranno subito sindaco. Alle liste collegate per il Consiglio comunale andrà un premio di maggioranza del 60% dei seggi.

Per sfiduciare il primo cittadino basterà il 60% dei voti dei consiglieri. In precedenza servivano i due terzi.

È stata confermata la doppia preferenza di genere.

Il sistema maggioritario si applicherà nei comuni fino a 15 mila abitanti (prima erano diecimila).

Al momento del voto, i deputati del M5S che hanno votato contro, come le altre opposizioni, hanno alzato dei cartelloni di protesta con la scritta ‘Truffarellum’. Il Presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone li ha subito invitati ad abbassare i cartelli, affermando: “Va bene, ora che vi siete guadagnati una fotografia sui giornali potete abbassare i cartelli, grazie”.

Oggi  l’assemblea regionale siciliana esaminerà la cosiddetta manovrina bis di circa 7 milioni di euro. L’obiettivo è di approvarla nel giro di 48 ore, come stabilito in conferenza dei capigruppo, il Parlamento sospenderà i lavori per la pausa estiva.  Il ddl composto da una quarantina di articoli contiene anche la norma che autorizza l’accensione di un mutuo da 18 milioni di euro per le Terme di Sciacca e di Acireale, oltre all’assunzione nell’azienda regionale Servizi ausiliari (Sas) di 144 lavoratori in transito da altre società pubbliche liquidate o in liquidazione e altri finanziamenti per teatri e enti di importi minori.

Tornando alla riforma elettorale, tra le novita’ introdotte l’elezione del sindaco al primo turno e senza ballottaggio con il 40% dei voti ottenuti dalla lista, l’effetto di trascinamento. La lista o la coalizione collegata al sindaco che ha ottenuto il 40% dei voti ottiene il premio di maggioranza. Si applicherà’ il sistema maggioritario per le elezioni nei comuni con popolazione fino a 15 mila abitanti. I sindaci saranno automaticamente dichiarati decaduti se si dimette il 60% dei consiglieri in carica, ma quest’ultima norma vigera’ solo nei comuni fino a 5 mila abitanti.

RIMANE LA DOPPIA PREFERENZA. “Negare una norma che trova spazio in tutti i Paesi europei, che è diventata legge nazionale sarebbe un segnale molto negativo, cancellare ora questa norma avrebbe un impatto di tipo reazionario”, lo ha detto presidente della Regione Rosario Crocetta durante il suo intervento di  in Aula. Aveva temuto che passasse l’emendamento proposto dal M5s il Governatore, ma dopo ore di acceso confronto viene bocciata la proposta dei grillini e la doppia preferenza di genere resta valida. L’emendamento è stato bocciato con il voto segreto: 33 i favorevoli, 36 i contrari e un astenuto. La votazione è stata anticipata da un fitto dibattito con l’intervento in aula delle deputate del Pd a difesa della doppia preferenza di genere, contro cui invece hanno votato parte del centrodestra e i 5stelle. Contro l’ipotesi dell’abolizione nei giorni scorsi si erano espressi il ministro Maria Elena Boschi eil presidente della Camera Laura Boldrini.

Non passa nemmeno la proposta, sempre del M5s di approvare al numero di massimo due, i mandati mandato per i consiglieri comunali. “In Sicilia puoi fare il consigliere per tutta la vita”. Cosi’ su Twitter il deputato dell’Assemblea regionale siciliana, Giancarlo Cancelleri, del Movimento 5stelle, dopo la bocciatura della proposta. L’Ars ha bocciato un emendamento aggiuntivo del deputato di Forza Italia, Franco Rinaldi, alla riforma elettorale per gli enti locali che sostituiva i gettoni di presenza ai consiglieri comunali con una indennità fissa. La norma è stata respinto col voto segreto: 28 favorevoli e 37 contrari.

MUSUMECI.  «Attenti: l’obiettivo della maggioranza dell’Ars non sono i Cinque Stelle. Il vero obiettivo sono tutti quei sindaci, amministratori e uomini politici che hanno consenso a prescindere dai partiti e che questi vogliono normalizzare, obbligare alle alleanze e poi ricattare con l’abbassamento del quorum sulla sfiducia: insomma, è una minaccia in stile mafioso, un incaprettamento in piena regola. Dimenticano la regola fissa iniziata con il referendum di Segni: chi fa le leggi per sé alla fine perde le elezioni».
Lo ha detto il deputato siciliano Nello Musumeci, nel corso del suo intervento in Aula a Sala d’Ercole sulla modifica della legge elettorale per gli Enti locali in Sicilia.

PD. Soddisfatti la capogruppo del Pd Alice Anselmo e il segretario regionale dei dem Fausto Raciti. “Abbiamo scritto una riforma elettorale che garantisce stabilità negli enti locali, il Pd aveva indicato alcuni punti per irrinunciabili: soglia di ballottaggio al 40 per cento, doppia preferenza di genere, eliminazione del voto confermativo, punti che sono i pilastri di questa riforma”, dice la presidente del gruppo Pd all’Ars Alice Anselmo che aggiunge: “Dispiace che invece il Movimento 5 Stelle abbia scelto l’auto-isolamento per ragioni di pura propaganda. I grillini hanno saputo dire solo ‘no’, peccato, hanno perso un’occasione di confronto sulle regole della democrazia”.

“Quando si è aperta la discussione sulla legge elettorale, ben prima delle elezioni amministrative, pochi avrebbero scommesso su questo risultato: oggi abbiamo dimostrato che si poteva fare una legge più coesiva, più democratica, più equilibrata”. Lo dice Fausto Raciti, segretario regionale del PD, a proposito della riforma elettorale per gli enti locali in Sicilia.  “In molti – aggiunge – in queste settimane hanno parlato di tripolarismo: ma non è questo il tema della legge, così come non lo è ‘sbarrare la strada’ a questa o quella proposta politica. Il punto è che la vita politica dei comuni, più che dal tripolarismo, è spesso caratterizzata dalla totale frammentazione che porta al secondo turno elettorale proposte dalla legittimazione molto bassa. Questa legge offre strumenti per aggregare le forze politiche e rendere più semplice e partecipata la vita politica dei comuni: sono soddisfatto di come PD e maggioranza l’hanno portata avanti tenendo conto, con serietà, dei temi proposti dall’opposizione”.

“Sono soddisfatto anche dell’atteggiamento avuto rispetto ai punti sui quali non si potevano fare passi indietro – conclude Raciti – come la doppia preferenza di genere, una soglia più alta della legge nazionale per la sfiducia dei sindaci e l’esigenza di mantenere, seppur rivista, una soglia per il ballottaggio”.