L’assessore Venturi: la battaglia di legalità di Cicero indicato presidente Irsap

“I consorzi Asi sono il passato remoto, rappresentano il sistema clientelare che ha consentito a certa politica di fare affari, anche loschi. Tutto questo finira’ con l’Istituto regionale per lo sviluppo delle attivita’ produttive: burocrazia zero, taglio di circa ottocento posti di sottogoverno che frutteranno risparmi per circa 4 milioni di euro, risposte celeri in tempi certi sono i punti forti di un organismo pensato per favorire la reale crescita, lo sviluppo e l’insediamento di imprese sane e non colluse”.

Lo dichiara l’assessore regionale alle Attivita’ produttive, Marco Venturi, secondo cui il “modello” Irsap agisce gia’ come incubatore in tre consorzi, Caltanissetta, Enna ed Agrigento: 3 Asi sull’orlo del dissesto finanziario e ora ricondotte sulla soglia della normalita’, attraverso una direttrice unica che passa da legalita’, trasparenza e un no deciso alle collusioni di ogni tipo. Un’azione forte e rischiosa condotta da Alfonso Cicero, eletto presidente dell’Asi Nisseno, e commissario straordinario ad Agrigento ed Enna e designato, per questo, come presidente dell’Irsap.

“Perche’ non ci siano dubbi sul fatto che la designazione nasce dai meriti acquisiti nel corso della sua attivita’ di presidente e commissario straordinario – afferma Venturi – e’ bene che si sappia che Cicero da fastidio proprio perche’ in questi tre territori, sin dall’inizio, ha scelto di contrastare il sistema perverso che lega certa politica malata con gli interessi della criminalita’ organizzata attraverso la compiacenza o la connivenza anche dei colletti bianchi che, non decidendo, finiscono per favorire interessi torbidi. Si tratta di fatti documentati e gia’ sottoposti, con denunce ed esposti, all’autorita’ giudiziaria , e al seguito dei quali minacce, avvertimenti e “avvisi” anche subdoli non sono tardati ad arrivare. Cicero non va lasciato solo in questa battaglia in favore delle imprese sane e per il bene dello sviluppo del tessuto produttivo siciliano”.

Per questa ragione Venturi elenca alcuni dei punti che hanno caratterizzato l’azione di denuncia nei tre consorzi.

CALTANISSETTA. Disposte numerose revoche di lotti tra cui: ditta prestanome di un colluso di mafia fedelissimo del boss Piddu Madonia, coinvolto nelle inchieste di mafia dei cementifici; Coop.

“Le Verdi Madonie” degli imprenditori madoniti Giaconia (condannati per una mega frode fiscale che gestivano il Frigomacello, costato 20 miliardi delle vecchie lire, costruito dall’imprenditore Pietro Di Vincenzo); Societa’ SACCI Spa di Roma che, nell’intento di realizzare un mega cementificio, aveva messo le mani su centinaia di ettari nell’area industriale di “Grottadacqua dove passera’ l’autostrada Caltanissetta-Agrigento; diverse denunce all’autorita’ giudiziaria e contabile su illeciti ed illegittimita’ a perpetrate dagli ex vertici dell’Asi.

Risamento dei conti: Il Consorzio, che era sommerso di debiti (disavanzo di circa 1,8 milioni di euro), oggi presenta un avanzo di amministrazione, il pagamento di tutti i debiti e la ripresa di tutti i servizi nelle aree industriali. Asi Enna ed Asi Caltanissetta, le uniche in Sicilia ad avere approvato il bilancio di previsione 2012 ed il conto consuntivo 2011.

ENNA. Destituito il direttore generale, cacciato il responsabile dell’area tecnica (assunto in modo illecito), denunciato lo scandalo del deserto dell’area industriale di “Dittaino” (50 opifici realizzati, solo 20 in attivita’). Ha denunciato all’autorita’ giudiziaria ed agli inquirenti contabili gli ex vertici Asi. Anche l’Asi di Enna, sull’orlo del tracollo finanziario, oggi si presenta un avanzo di bilancio e con il pagamento di tutti i debiti (esclusi quelli contratti per le espropriazioni). Sono stati riattivati i servizi essenziali all’area industriale, sportelli per il credito alle imprese.

AGRIGENTO. Revocati lotti a 7 aziende colluse ed in odore di mafia ed un appalto (circa 5 milioni di euro) dell’asse viario di Porto Empedocle ad un’impresa in odore di mafia. Gli ex vertici consortili e i colletti bianchi avevano lasciato indisturbate le imprese in odore di mafia. Inoltre, non avevano spiccato neanche un decreto ingiuntivo ad un’azienda “chiacchierata” che deve pagare un debito certo all’Asi di circa 600.000 euro. I debiti sono circa 12 milioni di euro, 6 bilanci non approvati (l’ultimo consuntivo risale al 2008), pagamenti effettuati in violazioni alle leggi, indebite maggiorazioni alle indennita’ degli amministratori e dei vertici burocratici, innalzamento di livelli dirigenziali in violazione alle leggi, bandi per progetti finanziamenti UE senza copertura finanziaria, eclatanti sprechi da svariati milioni di euro come quello dell’area di Campobello-Ravanusa (centro direzionale, diventato una stalla per cavalli). Ha denunciato agli inquirenti illeciti, danni a ll’erario, ombre di mafia, burocrazia infedele. Ha sospeso (avviando le procedure di licenziamento) il direttore generale, il capo dell’ufficio tecnico, il dirigente responsabile dell’ufficio contabile. Ha avviato il recupero dei crediti con procedura legale, mai richiesti in precedenza. Ha provveduto alla costituzione di parte civile nei processi per illeciti in occasione delle designazione degli amministratori dell’Asi.