"L'associazione Mafiosa non esiste": Assolto l'ex sindaco di Scicli

Assolto con formula piena perché il fatto non sussiste. Questa la formula della sentenza emessa dal tribunale di Ragusa che ha assolto l’ex sindaco di Scicli, Franco Susino, dalla accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. L’ex primo cittadino di Scicli, nel ragusano, era tra gli imputati nel “processo Eco”, quello che in sostanza ha portato allo scioglimento del comune per infiltrazioni mafiose. Insieme a Susino, unico politico indagato, erano imputate altre dieci persone chiamate a rispondere dell’accusa di associazione mafiosa, truffa, estorsione e furto, tra queste anche Franco Mormina, ritenuto a capo del clan criminale, definito come il clan dei netturbini. Per i dieci imputati è stata esclusa l’associazione mafiosa, una sentenza che per molto va a rimettere in discussione lo scioglimento stesso e che può dare forza al ricorso presentato da ex amministratori e consiglieri che, dopo il rigetto del Tar, hanno deciso di ricorrere al CGA. Per l’ex sindaco di Scicli, dimessosi prima del decreto di scioglimento, il pubblico ministero della DDA, Valentina Sincero, conclusione della requisitoria al tribunale di Ragusa aveva chiesto 7 anni di reclusione. Il processo Eco fonda le radici nella gestione della raccolta rifiuti, a partire dal 2010, in mano alla Ecoseib all’interno della quale Franco Mormina aveva auto-assunto, secondo quanto dichiarato in udienza da Busso, titolare dell’azienda, il ruolo di capocantiere compromettendo anche la regolare attività della “Ecoseib”, parte civile nel procedimento assieme all’associazione “Codici onlus”, “Obiettivo legalità” e al Comune di Scicli. Busso ha poi raccontato anche delle intimidazioni ricevute e dei furti contro la sua azienda; e poi ancora degli ammanchi di carburante nei mezzi. Un filone delle indagini ha riguardato, invece, la relazione tra il clan criminale, sempre lo stesso, e i politici per l’affissione dei manifesti elettorali per la quale Mormina e soci avevano il monopolio.  Stando all’accusa ci sarebbero stati due consiglieri comunali che avrebbero fatto da tramite tra il primo cittadino e il Mormina, questo ad esempio emerge nella sentenza del Tar che ha rigettato il ricorso, sentenza nella quale comprare anche il cognome di uno dei consiglieri comunali il cui nome, molto probabilmente, è stato scambiato per pronome. Sulla vicenda esisterebbero 4100 pagine di intercettazioni che, a quanto pare, non sono bastate a convincere i Giudice a emettere una condanna per l’ex sindaco di Scicli. Per i tanti sostenitori della tesi che lo scioglimento per mafia di Scicli per mafia sia stato eccessivo, questa è la riprova che sull’ente si è calcata troppo la mano e che fosse stata ingiusta una condanna per un sindaco che, tra l’altro, era stato eletto da poco tempo.