Lavoro, i consulenti: imprese in fuga dall’apprendistato

“In tutti i Paesi europei l’apprendistato è oggi di gran lunga lo strumento occupazionale più efficace, perché offre ai giovani in uscita dalla scuola una formazione di qualità che si traduce in competenze elevate e in lavoro immediato, e alle imprese un contratto flessibile a tutele crescenti. L’Italia, invece, che con Messico e Turchia ha il primato nell’area Ocse per presenza di giovani ‘Neet’ (non occupati, non studiano e non fanno formazione) e dove le immatricolazioni universitarie sono diminuite del 10% in tre anni e il calo dei laureati fra 30 e 34 anni la pone all’ultimo posto in Europa, è paradossalmente il Paese dove il ricorso all’apprendistato è residuale, a causa di una regolamentazione rimasta sospesa fra competenze statali, regionali e della contrattazione collettiva”.

Lo denuncia Vincenzo Silvestri, vicepresidente nazionale dei consulenti del lavoro, che aggiunge: “Chi vuole assumere un giovane con apprendistato deve affrontare un percorso confuso e complesso nel quale è facile commettere errori circa l’applicazione delle norme soprattutto nel campo della formazione, esponendosi al rischio di pesantissime sanzioni. Un esempio per tutti? Il repertorio delle professioni, previsto dal Testo unico, non ha ancora attuazione: a fronte, infatti, della Provincia di Bolzano che prevede 59 profili professionali per l’apprendistato triennale che portano a una qualifica e 48 per l’apprendistato quadriennale che portano al diploma professionale, la conferenza Stato-Regioni nel 2012 ne ha identificato solo 22 per la qualifica triennale e 21 per il diploma professionale”.
“Ecco perché – osserva Silvestri – centinaia di migliaia di imprenditori italiani, pur potendo e volendo assumere dei giovani, preferiscono fuggire dall’apprendistato”.
Silvestri domani pomeriggio a Erice mare modererà una tavola rotonda sull’apprendistato con Danilo Papa, direttore generale dell’Attività ispettiva del ministero del Lavoro, ed Enzo De Fusco, coordinatore scientifico della Fondazione studi consulenti del lavoro. Con l’occasione proporrà ai presidenti delle commissioni Lavoro di Camera e Senato, Cesare Damiano e Maurizio Sacconi, che interverranno al workshop organizzato dall’Ordine dei consulenti del lavoro di Trapani, la “modifica dell’articolo 117 della Costituzione riguardo alla competenza legislativa delle Regioni in materia di lavoro e formazione. Modifica che, purtroppo, non è contenuta nel disegno di legge di riforma costituzionale recentemente presentato al Senato”.
“Per incentivare le imprese e semplificarne la vita – spiega Silvestri – occorre che lo Stato abbia competenza esclusiva in materia di lavoro e formazione, lasciando alle Regioni solo la gestione dei finanziamenti dedicati allo sviluppo dei territori. In Italia – conclude il vicepresidente nazionale dei consulenti del lavoro – esistono 20 regolamentazioni diverse in materia di apprendistato, di tirocini e di servizi per l’impiego. Per ottenere lo stesso tipo di prestazione prevista dalla legge, un’impresa deve fare lo slalom fra vari adempimenti burocratici che cambiano in base al territorio in cui va a insediarsi. Questo sistema rappresenta un imbuto per le attività economiche e un freno allo sviluppo del Paese”.