Le cantine siciliane e la crisi. Pellegrino rinuncia al Vinitaly: “Preferiamo investire all’estero”

“Nel 2013, non parteciperemo al Vinitaly, ma non facciamone un dramma”. Mantiene i toni assolutamente tranquilli Emilio Ridolfii, direttore marketing della Carlo Pellegrino Spa, l’azienda marsalese ai vertici tra le cantine siciliane che annuncia una decisione che nel piccolo grande mondo del vino sta facendo già rumore: l’azienda dice addio (momentaneo?) al Vinitaly, la principale fiera dell’enologia che si tiene ogni anno a Verona. Il motivo è presto detto: “Semplice questione di mercato. Quello italiano a noi interessa, certo, ma continua a diminuire,  e la nostra azienda è già abbastanza conosciuta, tra l’altro. Quello estero invece è molto più interessante e redditizio”. Ridolfi non nasconde che dietro questa scelta ci sia anche una ragione di “spending review” dell’azienda: “Diciamo che è un periodo in cui non si può fare tutto – spiega – e quindi preferiamo investire i nostri soldi in azioni che ci sembrano più produttive, tutto qua”. Ma oggi Ridolfi, grande conoscitore del complesso mondo del vino in Italia, consiglierebbe la partecipazione al Vinitaly ad una cantina? “Certo. E’ un’ottima vetrina, ma più per le aziende emergenti, che vogliono farsi conoscere, che per noi”.
La cantina di proprietà delle famiglie Tumbarello e Alagna sta dunque riorganizzando la propria strategia di partecipazione alle fiere ed agli eventi, che la vedra sempre più proiettata all’estero. “D’altra parte  – dice Benedetto Renda, amministratore delegato dell’azienda – negli ultimi anni è cresciuta la quota di mercato per l’export che oggi tocca il quaranta per cento”.
Già l’anno scorso le Cantine Pellegrino avevano disertato Verona. Ma in qualche modo l’azienda era presente: “Avevamo due prodotti da lanciare – spiega Ridolfi – il Diantà, un bianco nuovo e leggero, e un Marsala 1985, e per questo siamo stati presenti in uno spazio nello stand di Luca Maroni. Ma quest’anno non avendo prodotti nuovi da lanciare non avvertiamo neanche questa necessità”.
Ma a proposito di spese, quanto costa ad un’azienda come la Pellegrino la partecipazione al Vinitaly? C’è chi ipotizza 100.000 euro. E’ una cifra un po’ esagerata, ma non lontana dal vero: “Considerate che noi portiamo 13 persone a Verona per cinque giorni, e che la nostra presenza è fatta sempre in pompa magna, con stand di 140 metri quadri, e a tutto ciò dobbiamo aggiungere la logistica, la comunicazione, la pubblicità….”.
Per capire come cambia la strategia dell’azienda, bisogna tenere presente che in questo momento Pellegrino è impegnata nel Tre bicchieri World Tour, con il quale il Gambero Rosso sta portando in giro per il mondo, dalla Russia agli Stati Uniti, i principali vini italiani.
E a proposito di crisi, Pellegrino si attesta a chiudere il fatturato del 2012 ai livelli dello scorso anno, e 2% in meno rispetto al 2010. La produzione si attesta intorno a 7 milioni di bottiglie l’anno, e l’azienda non sta mai ferma: è in corso un progetto – dal costo di due milioni di euro – per creare una nuova enoteca aziendale all’interno delle storiche cantine di Via del Fante a Marsala.