Le scuole messinesi non sono sicure. Ecco tutti i dati

MESSINA. Le scuole messinesi non sono sicure. La maggior parte degli edifici non possiede quegli standard che le normative prevedono, mentre vengono perse anche opportunità di accedere a risorse messe a disposizione.

Comune ed ex Provincia non hanno rispettato l’ obbligo che veniva loro imposto, dopo il 2002, di verificare la sicurezza sismica di tutti gli edifici scolastici tanto che adesso non è più possibile accedere ai finanziamenti previsti dal Governo nazionale che consentono di intervenire su tutti quei plessi più a rischio. I controlli sono stati fatti solo a macchia di leopardo, ha ricordato in una recente dichiarazione l’ingegnere capo del Genio civile Leonardo Santoro, e gli Enti non hanno adesso risorse proprie da destinare né ai controlli né agli interventi. Così in prossimità dell’avvio dell’anno scolastico ci si ritrova di fronte a nuove preoccupazione, con ancora impresse negli occhi le immagini delle macerie del terremoto nel Centro Italia insieme ai problemi di sempre: le manutenzioni non fatte, le aule che mancano, i riscaldamenti che non funzionano, un servizio mensa discontinuo. E poi ci sono le ulteriori criticità che riguardano le scuole di competenza del Comune che sono da oltre un anno al centro delle attenzioni della Direzione territoriale del lavoro che ha dato un ultimatum molto chiaro: tutti i plessi dovranno essere in possesso, pena la chiusura, del certificato di prevenzione incendi, così come prescritto dalla legge 128/2013 che dava un primo termine del 31 dicembre 2015.

Per dotarsi del documento ogni scuola deve rientrare in tutti quei parametri di sicurezza logistica e infrastrutturale che la norma prescrive ed i Presidi sentono la pressione, tra l’altro, del D.Lgs. 81/2008 che attribuisce loro, come datori di lavoro, responsabilità penali in materia di sicurezza. Quel termine, vista l’impotenza degli uffici comunali e la difficoltà in cui tutti i dirigenti scolastici si sono trovati, è poi slittato fino al prossimo dicembre ma dopo tutti questi mesi la situazione non è cambiata, nulla è stato fatto e già si spera in una ulteriore proroga. Il dirigente della Direzione Territoriale del Lavoro Gaetano Sciacca ha recentemente parlato di una situazione “non ottimale” dei plessi tanto che si pensa per alcuni di ricorrere a provvedimenti di chiusura come per la scuola “Ettore Castronovo” di Bordonaro. Le numerose sedute della settima commissione consiliare, dedicate all’argomento, sono servite solo a evidenziare attraverso vari report, i poco incoraggianti numeri. Il patrimonio scolastico comunale consta, compresi gli immobili in affitto, secondo la relazione redatta dal direttore della sezione tecnica Rosa Antonuccio e dal dirigente Francesco Ajello, di 120 edifici e di questi, quasi tutti hanno conseguito le certificazioni a norma degli impianti elettrici e pochi invece sono provvisti di Scia Cpi, il certificato di prevenzione incendi che risponde a particolari parametri dopo gli ultimi aggiornamenti normativi. Ad essere in regola sarebbero solo 10 scuole mentre altri 10 hanno avviato le procedure per acquisirla, su altri 65 plessi, a cui la legge impone l’obbligo del sopralluogo e del visto dei tecnici perché frequentati da più di 100 alunni, si dovrà intervenire. Mancano però i progetti, mancano i soldi e non si riesce ancora a vedere una soluzione alternativa, tanto che nelle previsioni a medio termine, almeno in 5 scuole, si legge nella relazione “si dovranno contenere le presenze in meno di 100 unità”, una direttiva che si traduce in doppi turni o trasferimenti in altri plessi e comunque disagi per bambini e famiglie.

Per 14 plessi, che sono dotati di progetto definitivo approvato, occorre reperire il finanziamento di 11 milioni e mezzo di euro per le progettazioni esecutive e quindi l’appalto dei lavori. Per gli altri 23 edifici scolastici che necessitano di progettazione definitiva è stato chiesto alla Ragioneria generale, se esiste la disponibilità di impegno sul fondo di rotazione per l’affidamento degli incarichi di progettazione definitiva ma, nella relazione, viene anche precisato che per potere successivamente realizzare i lavori occorrono circa 21 milioni di euro. Ma intanto che si reperiscono le ingenti somme pare ci si stia occupando della verifica e la messa in funzione degli impianti idrico-antincendio presenti e il controllo delle vie di fuga e questo per mettere in condizione i dirigenti scolastici di affrontare le eventuali emergenze. Si spera che nel previsionale 2016 si possano inserire più dei 300 mila euro messi in bilancio l’anno scorso ma in ogni caso non potranno mai essere i 32 milioni occorrenti per affrontare tutte le criticità. La sicurezza degli edifici scolastici è una priorità ma serve l’aiuto di Regione e Governo nazionale, dicono a Palazzo Zanca, per l’erogazione delle risorse necessarie, fondi che però bisogna sapere intercettare anche con capacità progettuale, elemento non scontato, anzi. Anche i dirigenti scolastici dovrebbero fare la loro parte visto che dispongono di opportunità di accesso a finanziamenti che non sempre utilizzano, preferendo rivolgersi al Comune anche per piccoli interventi. Nel 2015 sono stati spesi tre milioni 850mila euro per lavori di manutenzione straordinaria eseguiti con l’utilizzo dei fondi Pon Fesr 2010 – 2013 a cura dei Presidi. Ma a quella stessa linea di finanziamento erano stati ammessi interventi per altri quattro milioni e 200mila euro, fondi andati persi perché non si è mai arrivati all’esecuzione dei lavori, “probabilmente per mancanza di esperienza nella gestione delle risorse dei Dirigenti scolastici”, ma forse anche per mancanza di supporto tecnico nella progettazione da parte del Comune.