Legambiente: “Agroalimentare italiano nel mirino delle mafie”

Il Made in Italy gastronomico è sotto attacco.

 

Lo segnala Legambiente che, in occasione di “festambiente”, a Rispescia, parla di 11 reati al giorno e oltre 3.000 denunce o arresti. L’associazione ambientalista ricorda che il valore dei beni sequestrati supera i 672 milioni di euro, per un giro d’affari gestito da 27 clan criminali. A tavola, “è seduto il gotha delle mafie: dai Gambino ai Casalesi, a Matteo Messina Denaro”.
Le produzioni agroalimentari di qualità, l’olio extravergine d’oliva e il vino da contraffare con cui invadere i mercati: anche i simboli per eccellenza del made in Italy sono da sempre sotto attacco. Secondo il Rapporto Ecomafia di Legambiente nel 2012 sono state accertati lungo le filiere agroalimentari ben 4.173 reati penali, più di 11 al giorno, con 2.901 denunce, 42 arresti e un valore di beni finiti sotto sequestro pari a oltre 78 milioni e 467.000 euro (e sanzioni penali e amministrative pari a più di 42,5 milioni di euro).

Se si aggiungono anche il valore delle strutture sequestrate, dei conti correnti e dei contributi illeciti percepiti si superano i 672 milioni di euro. Con 27 clan censiti da Legambiente con le “mani in pasta”. La scalata mafiosa spesso approda nella ristorazione, dove gli ingenti guadagni accumulati consentono ai clan di acquisire ristoranti, alberghi, pizzerie, bar, che anche in questo caso diventano posti ideali dove lavare denaro e continuare a fare affari”.