L'Irsap vende capannoni degli ex Consorzi Asi in Sicilia. Obiettivo: 300 mln di euro

L’Irsap vende  capannoni degli ex Consorzi Asi, le aree industriali siciliane. L’obiettivo è ricavare 300 milioni di euro per ripianare i debiti.

Il patrimonio immobiliare dei consorzi Asi conta 264 capannoni e 1.750.000 metri quadrati di terreni: 45 nell’Asi di Palermo (Brancaccio, Carini Termini Imerese); 26 Agrigento (Aragona, Favara); 18 Gela; 21 Caltanissetta; 15 Siracusa (Priolo-Melilli, Augusta, Lentini); 7 Ragusa (Ragusa, Pozzallo); 10 Trapani; 62 Messina; 25 Caltagirone (Santamaria Poggiarelli); 29 Catania (Catania, Belpasso).

Complessivamente le aree industriali su cui ha competenza l’Irsap hanno un’estensione di 11.597 ettari di cui 7.617 destinati a insediamenti produttivi già occupati da circa 2.200 aziende, mentre sui restanti 3.980 ettari sono sistemate infrastrutture comuni (soprattutto viarie) e le aree in cui l’Irsap fornisce i servizi essenziali alle imprese insediate.

Maria Grazia Brandara, commissario dell’Irsap (l’ente che ha accentrato le gestioni delle Asi), ha predisposto il piano per la vendita di capannoni e aree inutilizzate. L’obiettivo è mettere insieme almeno i 300 milioni necessari ad azzerare le perdite anche se capannoni e aree valgono molto più di 400 milioni.

L’Irsap è piena di debiti.  La voce più alta è rappresentata dagli stipendi dei 22 dirigenti dei vecchi consorzi Asi che continuano a costare 2,4 milioni all’anno. La riforma del 2011 ha previsto che una volta effettuata la vendita dei beni il 70% venga utilizzato per coprire i debiti e il 30% venga versato nelle casse della Regione.

La fase di vendita prevede che per ogni area industriale il commissario liquidatore affidi al Genio Civile il compito di effettuare una valutazione precisa di ciò che andrà all’asta. Solo dopo i commissari emetteranno i bandi: si andrà avanti per lotti.

Intanto c’è da portare a termine una ventina di pratiche di vendita che erano state già avviate. L’’assessore regionale alle Attività produttive Mariella Lo Bello ha nominato con decreto un commissario ad acta,  Carmelo Viavattene, per definire le vendite sospese.