L’isola dei cassintegrati: i fondi non bastano e non si vedono spiragli

L’ultimo sit-in organizzato da Cgil-Cisl e Uil è di venerdì mattina ed è solo l’ennesima protesta in una settimana di fuoco: erano in 500 a Palermo i lavoratori cassintegrati dei settori commercio, servizi, poste, metalmeccanico a protestare davanti alla sede dell’assessorato regionale al Lavoro. In Sicilia i sindacati sono scesi in campo per ottenere le risorse «adeguate» per gli ammortizzatori sociali in deroga. «Siamo molto preoccupati per il futuro dei lavoratori. Per questo chiediamo ai parlamentari nazionali-siciliani e ai Prefetti di rappresentare a Roma la drammaticità della situazione. La Uil intanto continuerà la mobilitazione» dice Claudio Barone, segretario regionale della Uil.
I fondi per il 2012 sono già finiti da un pezzo a causa del boom del bacino degli aventi diritto: secondo stime sindacali sono almeno 20mila i lavoratori dell’isola che ne hanno diritto: un bacino cresciuto a dismisura anche a causa della riforma della formazione professionale che ha collocato in cassa integrazione almeno cinquemila dipendenti degli enti che ora sono in attesa che venga sbloccato l’impegno di spesa del cosiddetto Avviso 20. «Solo a Palermo – spiega Mimmo Milazzo, segretario provincia della Cisl – sono oltre 7mila i lavoratori in cassa integrazione o mobilità e in questo caso servono 86 milioni per coprire tutto l’anno».  In totale per tutta la regione servirebbero 240 milioni (sono sempre stime): l’assessore regionale al Lavoro Giuseppe Spampinato si farà portavoce delle richieste isolane la prossima settimana nel corso di un incontro al ministero del Lavoro (già programmato per giovedì scorso e poi saltato). Il rinvio del vertice con i dirigenti del ministero del Lavoro non è affatto piaciuto alla Cgil: «Ci auguriamo – ha detto Michele Pagliaro della segreteria regionale – che questo rinvio non  sia il segno di intenzioni pilatesche da parte del ministro Fornero. La situazione è drammatica  e temiamo che i lavoratori siciliani possano arrivare a gesti di disperazione». Intanto Spampinato ha comunicato ai sindacati di aver firmato lo sblocco dei fondi destinati all’Inps (in totale 14 milioni di euro a valere sul fondo sociale europeo): «Lo sblocco di queste somme – dice Giorgio Tessitore  della segreteria regionale Cisl – è la premessa necessaria che servirà al governo regionale, nel corso del prossimo incontro al ministero del Lavoro, a ribadire la richiesta dell’erogazione  di un ulteriore finanziamento per coprire il fabbisogno regionale come già concesso ad altre cinque regioni. Chiediamo che i fondi aggiuntivi siano stanziati in misura sufficiente per garantire  tutti i 20mila lavoratori che ne hanno diritto». I rappresentanti sindacali hanno incontrato il prefetto di Palermo Umberto Postiglione al quale hanno rivolto la richiesta formale «di inviare una lettera al ministero del Lavoro per spiegare quali gravi tensioni sociali deriverebbero dal mancato aumento dei fondi. «Ci sono famiglie in attesa e i fondi (appena 20 milioni) stanziati per quest’anno sono finiti – dice Mimmo Milazzo –: la situazione rischia di esplodere, la crisi incalza e le aziende in crisi che fanno ricorso agli ammortizzatori in deroga sono sempre in aumento».
Elio Sanfilippo, presidente di Legacoop Sicilia, rilancia: «Bloccare e limitare adesso l’utilizzo della cassa integrazione in deroga è un atto criminale perché significa uccidere le imprese che sono impegnate in processi di ristrutturazione e risanamento aziendale. Gli ammortizzatori sociali straordinari e in deroga sono l’unico strumento che molte imprese siciliane hanno per reagire alla crisi. Un percorso fondamentale per salvaguardare l’occupazione ed evitare fallimenti e chiusure. Limitarne il ricorso adesso rischia di avere conseguenze tragiche per l’isola. Per questo occorre il riavvio immediato della sottoscrizione delle intese istituzionali, lo sblocco delle pratiche già decretate e, da Roma, i fondi necessari ad avviare tutte le procedure».