L’Italicum è già un brevetto, lo ha registrato un'azienda palermitana

Un Italicum a denominazione d’origine controllata. Ma non è la legge elettorale progettata dal quasi neopremier e leader del partito democratico Matteo Renzi e dal’ex presidente del consiglio e leader di forza Italia Silvio Berlusconi. Perché l’Italicum di cui parliamo è un marchio registrato che appartiene alla società Va.Zi. Italia di Palermo, un’azienda creata nel 2010 da due coniugi quarantenni (Anna Maria Vassallo e Fabrizio Zinna) che oggi vende su internet prodotti tipici soprattutto siciliani non deperibili (dalla pasta al vino, dalle salse all’olio, ai dolci, ai prodotti biologici) ma anche prodotti per la gastronomia, scatole, confetteria e altro.
Una piattaforma di e-commerce del settore agroalimentare che ha come indirizzo proprio www.italicum.it e che ha in questi anni consolidato la propria presenza sulla rete. Ed è stata la Va.Zi. A registrare, il 27 gennaio (sette giorni dopo il battesimo ufficiale della legge elettorale di cui si continua a parlare), all’Ufficio marchi e brevetti del ministero per lo Sviluppo economico il nome e il logo: «Avevamo già avviato un anno fa la registrazione di marchio e logo – spiega Fabrizio Zinna – a questo punto abbiamo deciso di accelerare un po’. La nostra è stata un’azione a tutela dell’azienda: considerata la notorietà del nome abbiamo voluto evitare che qualcuno se ne appropriasse mettendoci poi in difficoltà». La storia di questa azienda, a conduzione esclusivamente familiare, dimostra quale e quanto sia il valore dell’identità locale nel settore dell’agroalimentare: «I nostri clienti, semplici cittadini ma anche aziende – dice Fabrizio, che ha lavorato a lungo in Italia e all’estero nel settore enogastronomico – cercano prodotti locali di alta qualità e noi abbiamo scommesso proprio sulla qualità. Lo scopo di Italicum.it è di portare all’attenzione nazionale ed europea, attraverso il marchio registrato, la parte migliore delle produzioni agroalimentari regionali ma soprattutto siciliane di eccellenza, in abbinamento ad accessori per la tavola e la cucina esclusivamente di design e fattura italiana».
Sul piano del marketing per l’azienda palermitana la trovata di Renzi è stata, come si suol dire, una ciliegina sulla torta: «Noi abbiamo scommesso molto sulla pubblicità e sui social, abbiamo due blog, e siamo stati aiutati molto dal passaparola: la gente si trova bene e parla bene di noi· ma è anche ovvio che l’improvvisa notorietà politica del nome ha stimolato nuove ricerche da parte di nuovi target: «Abbiamo la possibilità di monitorare le visite al nostro sito e ci siamo accorti che è raggiunto anche da alte sfere della politica – ha raccontato Fabrizio al sito Italia 24News -. D’altra parte è un nome evocativo. Quando ci si vuole riferire ad un prodotto made in Italy si pensa subito ad un nome di radice latina. Non so se Renzi abbia copiato il nome dal nostro sito o meno. Comunque staremo a vedere se beneficeremo di una pubblicità non convenzionale. L’utilizzo del nome per altri scopi, non da parte di concorrenti, può sviluppare una forma di visibilità».

dal www.ilsole24ore.com