Mafia, Alfano a Caltanissetta: «Sostegno a imprenditori che si ribellano al racket». Plauso a Montante e Lo Bello

CALTANISSETTA -«Siamo nella capitale della ribellione dell’imprenditoria onesta nei confronti del racket. Siamo qui con i vertici delle forze dell’ordine a ribadire il sostegno e la nostra vicinanza agli imprenditori, a cominciare da Antonello Montante e Ivan Lo Bello, che si sono ribellati al pizzo». A parlare è il ministro che ha presieduto stamattina un incontro nella prefettura del capoluogo nisseno.
Il ministro ha voluto così manifestare un sostegno pieno a Confindustria e alla magistratura che, insieme con le forze dell’ordine, stanno conducendo una battaglia senza precedenti nella lotta alla mafia. «Siamo nella capitale della ribellione da parte dell’imprenditoria onesta nei confronti del racket. Siamo qui a ribadire che lo Stato e’ piu’ forte dell’antistato e che le forze dell’ordine sono piu’ forti delle forze del disordine» ha detto Alfano.
Un sostegno ribadito a chiare lettere anche dai procuratori antimafia e dai procuratori generali presenti. «Quando abbiamo avviato la svolta etica – ha detto il vicepresidente di Confindustria, nonché past president degli imprenditori siciliani, Ivan Lo Bello – venivamo da una stagione devastante, con una confindustria che non aveva più una legittimazione. Così è emersa l’idea di un grande cambiamento. Col codice etico si è costruita una sorta di alleanza col sistema dello Stato, cosa che non esisteva prima». «Il codice etico – ha ribadito il presidente di Confindustria Sicilia e vicepresidente nazionale con delega per la legalità, Antonello Montante, – ha portato a centinaia di denunce da parte di colleghi iscritti al sistema confindustriale e a un numero massiccio di costituzione di parte civile nei processi per mafia. Una svolta sempre supportata dalla Confindustria nazionale di Marcegaglia e Squinzi e che non avremmo potuto portare avanti in questi termini senza la Fai, le altre associazioni datoriali e i sindacati. In questi anni ci siamo impegnati anche per eliminare quegli imbuti creati ad hoc per mettere le imprese nelle condizioni di dover chiedere ‘aiuti’ per lubrificare gli ingranaggi. Un esempio su tutti era rappresentato dalle Asi, le Aree di sviluppo industriale. Una anomalia tutta siciliana che garantiva 800 posti di sottogoverno, e che Confindustria si è battuta perché fosse azzerata e che andrà a semplificare tutto l’iter autorizzativo per le imprese. Il risultato è stato una escalation di attacchi che non avevamo avuto neanche negli anni intensi delle denunce. Sicuramente non nascondiamo una forte preoccupazione che ci deriva dalle richieste estorsive direttamente ai vertici di Confindustria, a persone che avevano già fatto arrestare estorsioni. È chiaro che si tratta di messaggi precisi che, se uniti a una campagna di delegittimazione e a vere e proprie minacce riportate da alcuni blog, dipingono un quadro poco rassicurante».