Mafia Capitale, nuovi arresti anche in Sicilia. Nel mirino il business dei migranti

15,30 – C’è anche il nome dell’imprenditore di Piazza Armerina, Silvio Pranio, nell’inchiesta della Procura di Roma sul business degli immigrati che ha portato a quarantaquattro arresti. E’ titolare del Park Hotel Paradiso di Piazza Armerina che ospita un centro di accoglienza. È accusato di traffico di influenze illecite: in pratica avrebbe chiesto a Luca Odevaine, l’uomo chiave dell’inchiesta, di sfruttare le sue relazioni con il prefetto Rosetta Scotto Lavina (direttore centrale dei Servizi civili per l’immigrazione) affinché il suo albergo diventasse un grande centro di accoglienza con 1200 posti letto. In cambio avrebbe promesso ad Odevaine, che faceva parte del Comitato nazionale, di anticipargli i soldi per comprare e modificare alcuni pullman da trasferite in Venezuela.

11,20 – Luca Odevaine in qualità di appartenente al Tavolo di Coordinamento Nazionale sull’immigrazione, si faceva versare 20mila euro al mese dal gruppo La Cascina, una cooperativa oggetto questa mattina di perquisizione da parte dei carabinieri del Ros. E avrebbe in una telefonata con alcuni suoi collaboratori intercettata dagli inquirenti, prospettato quello che il gip Flavia Costantini definisce “un vero e proprio tariffario per migrante ospitato”.  “.. se me dai … cento persone facciamo un euro a persona … non lo so, per dire, hai capito? E …e basta, uno ragiona così dice va beh … ti metto 200 persone a Roma, 200 a Messina … 50 la’ … e … le quantifichiamo, poi…” avrebbe detto dalla sua stanza negli uffici della Fondazione IntegraAzione.

 “Gli esponenti del gruppo La Cascina avevano promesso a Luca Odevaine una retribuzione fissa mensile, concordata prima in 10mila euro al mese e poi aumentata a 20mila euro e commisurata al numero di immigrati ospitati dai centri gestiti dal gruppo”. Lo si legge nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Flavia Costantini. La cifra – spiega il Gip – sarebbe il “prezzo per lo stabile asservimento della sua funzione di pubblico ufficiale componente del Tavolo di Coordinamento sull’immigrazione istituito presso il ministero degli Interni” e “per il compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio come componente delle commissioni di aggiudicazione delle gare indette per la gestione dei servizi presso il Cara di Mineo”. L’effettiva, periodica consegna delle somme pattuite, sarebbe confermata dalle intercettazioni ambientali e, “con certezza”, in “almeno cinque episodi”, dalle indagini tecniche.

A titolo esplicativo Odevaine parla dell’accordo stretto, tra gli altri, con Salvatore Buzzi, presidente della ‘cooperativa 29 giugno’ e spiega: “Gli ho fatto avere altri centri, in Sicilia… in provincia di Roma e quant’altro, quindi su tutto quella… quella parte là ci mettiamo d’accordo dovremo…, più o meno, stiamo concordando una cifra tipo come 1 euro a persona, ci danno, calcolando che so’ almeno un migliaio di persone, dovrebbero essere grosso modo un migliaio di persone, insomma so’ 1000 euro al giorno quindi 30.000 euro al mese che entrano…”.

08,00 – E’ scattata all’alba di oggi a Roma la seconda parte dell’operazione “Mafia Capitale” con nuovi eccellenti arresti, anche in Sicilia, su un presunto giro di mazzette, truffe e corruzione dietro la gestione del business dell’accoglienza dei profughi e dei migranti.

44 gli arresti in corso di esecuzione in Sicilia, Lazio e Abruzzo per associazione per delinquere ed altri reati. Ventuno gli indagati a piede libero. In manette, tra gli altri, il consigliere regionale forzista Luca Gramazio. Quest’ultimo è accusato di partecipazione all’associazione mafiosa capeggiata da Carminati, che avrebbe favorito sfruttando la sua carica politica: prima di capogruppo Pdl al Consiglio di Roma Capitale ed in seguito quale capogruppo Pdl (poi FI) presso il Consiglio Regionale del Lazio.

Sullo sfondo il business legato ai flussi migratori e alla gestione dei campi di accoglienza per migranti. Il blitz dei carabinieri è in corso nelle province di Roma, Rieti, Frosinone, L’Aquila, Catania ed Enna. Nell’ordinanza di custodia cautelare, emessa su richiesta della procura distrettuale antimafia di Roma, vengono ipotizzati a vario titolo i reati di associazione di tipo mafioso, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori ed altro. Oltre agli arresti, sono in corso perquisizioni a carico di altre 21 persone indagate per gli stessi reati.

I provvedimenti riguardano gli sviluppi delle indagini condotte dal Ros nei confronti di “Mafia Capitale”, il gruppo mafioso riconducibile a Massimo Carminati, ora in carcere. Secondo gli investigatori, gli accertamenti successivi a quella tornata di arresti hanno confermato – si legge nell’ordinanza – “l’esistenza di una struttura mafiosa operante nella Capitale, cerniera tra ambiti criminali ed esponenti degli ambienti politici, amministrativi ed imprenditoriali locali”. In particolare le indagini hanno documentato quello che gli inquirenti definiscono un “ramificato sistema corruttivo finalizzato a favorire un cartello d’imprese, non solo riconducibili al sodalizio, interessato alla gestione dei centri di accoglienza e ai consistenti finanziamenti pubblici connessi ai flussi migratori”.