Mafia, firmato un protocollo contro i clan dei pascoli in Sicilia

Un protocollo di legalita’ per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose nel settore agro silvo pastorale è stato firmato in Prefettura, a Palermo. Erano presenti il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, l’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici, l’assessore regionale al Territorio, Maurizio Croce, i nove prefetti dell’Isola, il presidente di AnciSicilia, Leoluca Orlando, e i rappresentanti dell’Ente Sviluppo Agricolo, dell’Ente Parco delle Madonie, dell’Ente Parco dell’Etna e dell’Ente Parco dei Monti Sicani.

Il documento, si legge in una nota della Prefettura di Palermo, risponde all’esigenza di estendere i positivi effetti del Protocollo stipulato lo scorso anno tra la Prefettura di Messina, la Regione Parco dei Nebrodi e gli altri soggetti firmatari, realizzando – mediante un nuovo apposito accordo pattizio tra le Pubbliche Amministrazioni interessate – un’incisiva strategia di prevenzione e tutela avanzata nel settore agro silvo pastorale dai tentativi di ingerenza della criminalità organizzata, prevedendosi l’obbligo di acquisire informativa antimafia per tutte le concessioni di terreni demaniali per uso pascolo, nonché per l’erogazione dei contribuii correlati, con impegno degli Enti proprietari a promuovere procedure di evidenza pubblica al fine di garantire l’ampia partecipazione degli operatori economici.

E’ stato previsto l’obbligo di acquisire le informative antimafia per tutte le concessioni di terreni demaniali per uso pascolo, nonché l’erogazione dei contributi correlati con l’impegno degli enti a promuovere procedure di evidenza pubblica, al fine di un’ampia partecipazione degli imprenditori agricoli.

L’ottanta per cento delle istruttorie avviate grazie all’applicazione del protocollo di legalità nella provincia di Messina hanno evidenziato che nella gestione delle concessioni ci sono dentro famiglie mafiose e le abbiamo revocate”. Lo ha spiegato Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi, presente alla firma del protocollo. “Le interdettive antimafia partite dalla provincia di Messina attraverso il primo protocollo – ha aggiunto – ci hanno dato un’idea molto forte della realtà della provincia: la percentuale di applicazione dell’interdettiva è dell’80 per cento, un sistema criminale dunque consolidato ha finora gestito la maggior parte dei terreni in concessione. Il metodo è quello consolidato negli anni: la costituzione di una società, l’inserimento di quattro, cinque nomi di soci di mafiosi di calibro, il primo effetto era quello che la gente per bene non partecipava ai bandi. Da lì ancora l’uso della norma che prevede che sotto i 150 mila euro non occorre il certificato antimafia, ma l’autocertificazione. Questi signori, che poi abbiamo scoperto essere condannati anche per 416 bis, non erano controllati, perchè non erano previsti controlli, si aggiudicavano i bandi e guadagnavano anche il 2000 per cento sull’ investimento: per mille ettari, con contratti di 9 anni, si pagavano trecentomila euro di affitto e se ne incassavano nove milioni”, ha ancora aggiunto Antoci, “questa era una fonte importante di finanziamento di Cosa nostra in Sicilia. Noi con il protocollo che abbiamo fatto a Messina e che oggi viene esteso agli altri parchi, smantelliamo un sistema e andiamo dritti per una strada sulla quale non ci fermiamo”.

“Si avvia oggi un’importante collaborazione istituzionale per sconfiggere l’utilizzo perverso e mafioso del patrimonio pubblico e per dare una risposta sistemica ai recenti attentati perpetrati ai danni del sindaco di Troina, Sebastiano Venezia, e del presidente dell’Ente Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci – ha detto Leoluca Orlando, presidente di AnciSicilia – il protocollo intende diffondere la cultura della legalita’ a tutela e garanzia dei cittadini, servendosi di tutti gli strumenti normativi a disposizione affinche’ nelle procedure di concessione a privati di beni intestati ai soggetti firmatari, sia garantito il pieno e incondizionato rispetto della disciplina legislativa vigente con l’obiettivo di prevenire infiltrazioni mafiose”. “I firmatari dell’accordo – prosegue Orlando – rafforzeranno la collaborazione per contrastare possibili fenomeni di infiltrazioni sul territorio, tutelando l’economia, controllando le attivita’ piu’ vulnerabili alle contaminazioni mafiose e realizzando un costante monitoraggio sulle attivita’ locali”.

“Sarà siglato un protocollo di legalità anche per la gestione dei fondi che verranno dal Patto per la Sicilia – annuncia il presidente della Regione Rosario Crocetta – Un miliardo e 320 milioni di euro andranno alle città metropolitane,  in due anni dovrà essere impegnata una cifra considerevole, il primo passaggio dovrà essere dunque sottoscrivere un protocollo legalità su queste opere che standardizzi le procedure legali, velocizzi quelle di spesa e serva a fare meglio. Oggi comincia un lavoro che deve vedere tutti insieme noi siciliani impegnati sul fronte della legalità”.

“Abbiamo riscontrato una serie di anomalie e di irregolarità pesantissime nella gestione delle cessioni demaniali – denuncia Crocetta – nel settore è essere un business sul quale abbiamo attivato un rigido monitoraggio. Molte concessioni sono state acquisite dal sistema mafioso attraverso meccanismi apparentemente legali come quello dell’usucapione, con una serie di passaggi sospetti. Stiamo facendo su questo un lavoro molto efficace con le forze dell’ordine e i comuni, sulla gestione del demanio, ma anche delle spiagge, da cui è emersa una situazione di irregolarità profonde”.