Mafia e gas: sequestro di beni ai Brancato, i soci di Ciancimino

Beni e denaro per oltre sei milioni di euro sono stati sequestrati dalle fiamme gialle alla famiglia di Ezio Brancato, socio di Vito Ciancimino in alcune società a Palermo.

Ezio Brancato fu socio di Vito Ciancimino nelle società che si erano occupate, a cavallo degli anni ’80 e ’90, della realizzazione della rete di metanizzazione della Sicilia oltre che della distribuzione del gas a Palermo.

Un sequestro è avvenuto nel Principato di Andorra, dove sono stati trovati depositi per quasi un milione e quattrocentomila euro, oltre a cassette di sicurezza che contenevano 90mila euro in contanti e gioielli per un valore di circa 70mila euro.

Sono soldi e gioielli a cui vanno aggiunti degli immobili che appartengono alla famiglia Brancato.In particolare, si tratta di beni riconducibili a Maria D’Anna, Monia e Antonella Brancato, rispettivamente moglie e figlie di Ezio Brancato, funzionario regionale, oggi deceduto, che alla fine degli anni Ottanta si mise in affari con il gas.

Nel gennaio 2004, il Gruppo Gas era stato venduto alla multinazionale spagnola “Gas natural” per 115 milioni di euro, di cui circa 47 pagati alla moglie e alle figlie di Ezio Brancato. Il resto all’altro socio, l’avvocato Gianni Lapis, ritenuto prestanome dell’ex sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino e di suo figlio Massimo: è stato il primo ad essere raggiunto da un sequestro.

Adesso, il tribunale misure di prevenzione di Palermo presieduto da Giacomo Montalbano sequestra anche un altro pezzo di patrimonio dei Brancato: disponibilità finanziarie per 4 milioni e 700 mila euro, sarebbero il frutto di operazioni economiche fra Brancato e Lapis, nonché beni immobili valutati in 500 mila euro (un appartamento a Palermo e quattro terreni fra Balestrate e Partinico).