Mafia, Miceli (Ordine architetti): "Nessuna tolleranza con i collusi"

Un convegno su “Etica e legalità all’interno della professione” nel giorno delle commemorazioni per la strage di Capaci. Ad organizzarlo è l’Ordine degli architetti di Palermo che ha pensato non ad un evento pubblico ma ad una giornata formativa inserendo l’appuntamento tra quelli di deontologia. “Un modo per ricordare Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini che hanno perso la vita in 23 maggio 1992 – dice il presidente Franco Miceli – ma soprattutto per sottolineare il ruolo etico e sociale della nostra professione e la funzione istituzionale che rivestiamo come Ordine e che ci impone di creare argini concreti sia all’illegalità che all’antimafia di facciata che purtroppo in questi ultimi mesi è emersa in maniera dirompente”.

E cosa può fare un Ordine?

Educare, prevenire, tenere la barra dritta, contrastare l’illegalità nella professione a tutti i livelli. E’ inutile nasconderci dietro un dito: la mafia è cambiata, spara sempre meno e fa affari. Per questo le organizzazioni criminali hanno sempre più bisogno di competenze per i loro disegni e queste competenze le trovano nel mondo delle professioni tecniche e non solo, aiutati anche dallo stato di profonda crisi in cui versa, da tempo, il lavoro professionale. Questo non può e non deve essere tollerato da un Ordine.

Eppure i casi di collusione e corruzione in tutte le professioni, non si contano. Tra gli architetti penso a Liga…

Beh, Liga è stato prima sospeso e, dopo la condanna in cassazione, espulso dall’Ordine. Ma oltre a Liga le posso dire che negli ultimi anni ci sono stati anche tanti altri casi di illegalità più o meno grave con indagini in corso su diversi nostri iscritti e per ognuno è scattata immediatamente la sospensione dall’Ordine e indagini interne e il messaggio che è stato dato in maniera forte, ogni giorno con atti concreti e coerenti è che bisogna stare dentro le regole. Qualche mese fa abbiamo voluto anche istituire, senza clamore, un Osservatorio sull’illegalità per vigilare e per ascoltare i nostri iscritti, raccogliere segnalazioni e aiutare quegli architetti che si trovano, loro malgrado, all’interno di situazioni difficili. Non per sostituirci agli investigatori ma per conoscere meglio quello che ci circonda, tutelare chi lavora rispettando le regole e chi ci chiede di poterlo fare.

Qualche tempo fa il procuratore antimafia Roberti nella sua relazione al Parlamento lasciava intendere che forse è tempo di modificare il 416 bis e rivedere in qualche modo anche il concetto di “concorso esterno” perché la mafia di oggi è soprattutto fatta di professionisti e colletti bianchi. Lei che ne pensa?

Penso che è vero: siamo di fronte a un nuovo scenario che induce a pensare che la presenza dell’economia illegale si sovrappone sempre più a quella legale. Credo però che proprio per questo il ruolo degli Ordini diventa ancora più fondamentale. Devono essere garanzia di diritto e legalità e lavorare prima che intervenga l’azione penale. Chi sbaglia o non agisce secondo etica e regole non può esercitare una professione.