Mafia, Mori e De Donno: “Infondata l’informazione di Report”

mafia il generale Mario Mori

La puntata di Report sulla mafia non è proprio piaciuta Mario Mori e Giuseppe De Donno che hanno preso carta e penna e hanno inviato un memoriale al presidente della Repubblica Sergio Mattarella ma anche al vicepresidente del Csm, David Ermini, al Presidente dell’Antimafia Nicola Morra. “Con la presente memoria ci si permette di evidenziare l’infondatezza e l’incompletezza informativa di alcuni dei temi trattati nella trasmissione di Report del 4 gennaio 2021 connessi alle condotte contestate ai nostri assistiti, ritenendo che l’invito rivolto a consultare almeno le due sentenze passate in giudicato (Mori Obinu e Mannino) – purtroppo non accolto -avrebbe consentito al servizio pubblico di informare più adeguatamente i telespettatori”. Inizia così la memoria lunga 23 pagine inviata dai legali del generale Mario Mori e del colonnello Giuseppe De Donno. Gli avvocati Basilio Milio e Francesco Romito chiedono “l’esercizio dei previsti poteri di controllo e vigilanza a tutela dei principi di rango costituzionale, che soprattutto chi gestisce il servizio pubblico radiotelevisivo deve sempre rispettare e garantire”.

Mafia, pronti a rivolgersi a commissione di Vigilanza

I legali, che hanno deciso di rivolgersi anche al presidente della Rai Marcello Foa e al presidente della commissione di Vigilanza Alberto Barachini, sostengono che il programma avrebbe omesso quanto sostenuto da una serie di sentenze definitive. Ed ecco alcuni stralci della lettera: “Sia il dottor Di Matteo che, più volte, il conduttore ed anche la voce narrante, nel corso della trasmissione, hanno affermato che il Generale Mori è ‘l’uomo che ha condotto la trattativa con la mafia nel periodo stragista’. Una imparziale informazione avrebbe, quanto meno, fatto conoscere ai telespettatori che: Già nel 2006 i Giudici che hanno assolto il generale Mori ed il capitano De Caprio hanno scritto: ‘Se gli elementi di carattere logico e fattuale di cui sopra sono idonei a smentire l’ipotesi della “trattativa” mafia-Stato avente ad oggetto la consegna del Riina, deve concludersi che più verosimilmente l’iniziativa del generale Mori fu finalizzata solo a far apparire l’esistenza di un negoziato, al fine di carpire informazioni utili sulle dinamiche interne a Cosa nostra e sull’individuazione dei latitanti”.