Mancano i soldi per gli ammortizzatori, in Sicilia manifestazione il 12 luglio

Una manifestazione regionale unitaria il 12 luglio, per far sapere a Regione e ministero del Lavoro che è “inaccettabile” un destino di precarietà e incertezza per 20 mila lavoratori siciliani. Lo hanno deciso Cgil Cisl e Uil regionali per rivendicare la soluzione della vertenza sugli ammortizzatori sociali in deroga. La protesta si terrà a Palermo nella mattinata di giovedì della prossima settimana, con un presidio in piazza Indipendenza. È qui che è previsto arrivino almeno due pullman per ogni provincia. La manifestazione regionale seguirà quelle che nell’ultima settimana hanno visto i sindacati organizzare assieme sit-in, provincia per provincia, davanti a prefetture e uffici del lavoro. Una mobilitazione che “ha sbloccato – si legge in una nota firmata da Michele Pagliaro (Cgil), Giorgio Tessitore (Cisl) e Giuseppe Franchina (Uil) – il pagamento verso l’Inps del cofinanziamento di 14 milioni del Fse per ammortizzatori in deroga”, risolvendo così una situazione che impediva “l’avvio del confronto col governo nazionale per ulteriori risorse per il 2012”. Perché è questo il nodo che resta da sciogliere, denunciano Cgil Cisl e Uil. Lo stesso assessorato regionale del Lavoro calcola infatti in 240 milioni il fabbisogno per il 2012. La Regione, che da tempo “ha esaurito i 13 milioni residui degli anni precedenti”, solleciti, scrivono i sindacati, il ministero a “ulteriori quote di finanziamento”. Per Cgil Cisl e Uil, è della Regione la responsabilità prima dei ritardi per i “gravi inadempimenti” in tema di politiche attive per il lavoro ma su questi inadempimenti, osservano, Roma potrebbe fare leva, pretestuosamente. Per questo sono “allarmati e preoccupati, perché non si è ancora tenuto al ministero del Lavoro l’incontro tra Regione e Stato”. “Potrebbe essere la spia – scrivono Pagliaro, Tessitore e Franchina – di altre difficoltà, a noi non comunicate”. I confederali sottolineano anche che “lo scenario regionale potrebbe aggravarsi ulteriormente per l’assenza di politiche di sviluppo idonee a frenare gli effetti della crisi e far ripartire l’economia”. Anche per questo, giovedì scenderanno in piazza.