Messina Denaro, gli affari, la massoneria. Le accuse di un pentito alla Monterosso

“Messina Denaro e il telefono imprendibile da 4000 euro”. Si intitola così un articolo de ‘Il Fatto Quotidiano’ pubblicato ieri.  Un articolo a margine del quale, piovono accuse, addirittura, nei confronti del segretario generale della Regione siciliana, Patrizia Monterosso.

“Le ultime rivelazioni di Tuzzolino – recita l’articolo – sono nei verbali depositati nel processo d’appello all’ex governatore siciliano Raffaele Lombardo, condannato a sei anni e otto mesi per mafia. L’architetto sottoposto al programma di protezione svela l’esistenza di una loggia massonica segreta a Castelvetrano che incassa una tangente del 5 per cento per ogni appalto del fotovoltaico, chiamata “il Tronco della vedova” e che, sostiene Tuzzolino, finisce nelle tasche di una fedelissima di Crocetta, la potente segretaria generale della presidenza della Regione, Patrizia Monterosso…

Nei verbali riportati dal Fatto, Tuzzolino dichiara:  “Patrizia Monterosso era una nostra sorella in massoneria e si occupava degli interessi della Loggia La Sicilia. Si è occupata di far comunicare la massoneria di Trapani con Raffaele Lombardo, ad esempio, nell’interesse della società Vento Divino, di Nicastri, poi sequestrata. La Monterosso faceva parte della Loggia di Castelvetrano, poiché era la più vicina al presidente…

Le accuse che non sono sfuggite al Movimento 5 stelle che chiede chiarezza “Le notizie riportate  dal Fatto Quotidiano – si legge in una nota – che riguardano il segretario generale della Regione, Patrizia Monterosso, sono gravissime e meritano un celere approfondimento, per questo abbiamo chiesto la sua convocazione in commissione antimafia”.

I deputati 5stelle Ciaccio e Zito, componenti della commissione antimafia dell’Ars, hanno  inviato la richiesta di convocazione dell’alto burocrate al presidente della commissione Musumeci.

“I fatti raccontati – dicono i deputati pentastellati – sono gravissimi, l’apertura di una indagine conoscitiva è quantomeno doverosa”

L’articolo riporta le dichiarazioni dell’architetto Giuseppe Tuzzolino, definito “cerniera tra mafia, politica e massoneria”, arrestato nel 2013 e in seguito divenuto collaboratore delle Procure siciliane.

“Le ultime rivelazioni di Tuzzolino – recita l’articolo – sono nei verbali depositati nel processo d’appello all’ex governatore siciliano Raffaele Lombardo, condannato a sei anni e otto mesi per mafia. L’architetto sottoposto al programma di protezione svela l’esistenza di una loggia massonica segreta a Castelvetrano che incassa una tangente del 5 per cento per ogni appalto del fotovoltaico, chiamata “il Tronco della vedova” e che, sostiene Tuzzolino, finisce nelle tasche di una fedelissima di Crocetta, la potente segretaria generale della presidenza della Regione, Patrizia Monterosso…

Nei verbali riportati dal Fatto, Tuzzolino dichiara:  “Patrizia Monterosso era una nostra sorella in massoneria e si occupava degli interessi della Loggia La Sicilia. Si è occupata di far comunicare la massoneria di Trapani con Raffaele Lombardo, ad esempio, nell’interesse della società Vento Divino, di Nicastri, poi sequestrata. La Monterosso faceva parte della Loggia di Castelvetrano, poiché era la più vicina al presidente…

“A prescindere dagli ultimi fatti – afferma Ciaccio – ricordiamo a Crocetta che la presenza della Monterosso ai vertici della burocrazia regionale è assolutamente inopportuna: va rimossa. La pesantissima condanna definitiva della Corte dei conti ai suoi danni per la questione degli extrabudget alla Formazione e un macigno, non certo una multa”.

Le dichiarazioni di Tuzzolino sono state ovviamente smentite dalla Monterosso. “Non conosco Tuscolino, non ho mai avuto interessi a Castelvetrano, né mi sono mai occupata di fotovoltaico”.  Monterosso ha anche detto che non ha mai fatto parte della massoneria. Ora l’alto funzionario regionale annuncia querela per calunnia ai danni di Tuscolino, pentito la cui attendibilità è stata spesso in discussione.

Per il resto, le dichiarazioni di Tuzzolino, danno anche qualche curiosità sulla latitanza di Messina Denaro, che utilizzerebbe  un telefono cellulare che si chiama “Vertu”, che costa 4 mila euro, e non è intercettabile. Una latitanza nascosta per un periodo ad Almeria, in Andalusia, dove ha ricevuto una busta con 300 mila euro:

“So che il figlio di Ciccio La Rocca (capomafia di Caltagirone, ndr) era in contatto via Voip con Matteo Messina Denaro. Usano un cellulare che si chiama Vertu, che costa circa 4.000 euro e che a detta dei tecnici della Sio che ne consigliano l’uso, non è intercettabile a seguito della installazione di un particolare programma da loro stessi progettato. Quanto al figlio di Ciccio La Rocca posso dire che fui incaricato di portare in Spagna circa 300.000 euro – parte del guadagno di 1 milione di euro, proveniente dall’appalto della Libertinia – che io consegnai a Denaro, che quest’ultimo, a sua volta, diede a Salvatore Cannatella il quale è titolare di una importante società agroalimentare che funge da banca per la criminalità organizzata. Io ho ritirato il denaro presso la sede della consortile, nel palazzo La Barbera, proprio da La Rocca, chiuso in una busta. Dopo qualche giorno sono stato io a partire per portare la busta ad Almeria, in Spagna da Matteo Messina Denaro”.

Il racconto di Tuzzolino ha portato la polizia statunitense a cercare anche in una cassaforte di New york, per trovare foto e documenti di Matteo Messina Denaro, senza però trovare nulla.